Sci di fondo
Sci di fondo, il bilancio italiano della Coppa del Mondo. Da Pellegrino a De Fabiani passando per le donne, una stagione da cui ripartire
Si è conclusa con il weekend di Québec City anche la trentottesima edizione della Coppa del Mondo di sci di fondo, per la stagione 2018-2019. Per l’Italia l’annata è stata caratterizzata da due vittorie, sette secondi posti, un argento e un bronzo mondiale, tutti provenienti dal settore maschile ed arrivati da due uomini: Federico Pellegrino e Francesco De Fabiani.
Partiamo proprio da Federico Pellegrino per parlare di questi sei mesi di fondo azzurro. Il campione di Nus ha trovato sulla sua strada un ostacolo insormontabile non solo per lui, ma per tutti: Johannes Hoesflot Klaebo. Nonostante ciò, è riuscito a raccogliere quasi il massimo possibile, andando vicinissimo a soffiare al norvegese l’oro iridato con una volata in cui soltanto un gigante, quale Klaebo è, avrebbe potuto portarla via al nostro. Pellegrino può inoltre essere soddisfatto per il secondo posto nella Coppa del Mondo sprint, ed è la quinta volta consecutiva in cui arriva sul podio, con il picco della vittoria del 2016 (prima dell’esplosione del suo rivale norvegese). Un elemento interessante, però, è legato alla sua seconda volta tra i primi dieci della Coppa assoluta, con l’ottava posizione finale, dovuta per buona misura ad un paio di buoni piazzamenti nelle gare distance, e cioè il 15° posto di Otepaa e il 6° dell’inseguimento di Québec City. Chiaramente Pellegrino resterà sempre uomo da sprint, ed è su quello che manterrà il focus principale della carriera, ma fa piacere vedere, ogni tanto, qualche incursione in format diversi dal suo.
Passando a Francesco De Fabiani, per lui quest’anno non c’è stata la soddisfazione di alcuna vittoria, ma è cresciuto il livello medio della sua stagione, con il settimo posto nella Coppa assoluta, il sesto in quella distance e l’undicesimo in quella sprint, che sono tutti migliori risultati di sempre per lui, che spegnerà 26 candeline il prossimo 21 aprile. Spiccano, tra i risultati, il bronzo iridato nella team sprint in coppia con Pellegrino, il nono posto nel Tour de Ski e i tre secondi posti parziali in stagione, due a Oberstdorf e in Val di Fiemme all’interno delle mass start del Tour de Ski, la terza nella sprint di Cogne dietro al suo illustre connazionale. Se quest’annata possa essere il preludio a qualcosa di veramente interessante nei prossimi due, tre anni, questo non è dato ancora saperlo: i segnali che arrivano, però, sono quelli giusti. L’impronta è quella della crescita costante, senza farsi prendere dalla frenesia, ma mantenendo una costanza che, anno dopo anno, lo sta portando verso le più alte vette dello sci di fondo mondiale.
Per quel che riguarda gli altri azzurri, invece, c’è ancora una buona dose di lavoro da fare: Giandomenico Salvadori è riuscito a entrare nella zona punti in ben poche occasioni, soltanto tre, per l’esattezza. A inizio stagione la sua intenzione era quella di crescere nella seconda metà dell’annata, cosa che gli è sì riuscita, ma solo in parte. Maicol Rastelli è stato un po’ più costante, ma pur sempre relegato nelle stesse zone di classifica di Salvadori, ossia dalla quindicesima in su. Ci si aspettava qualcosa in più da Dietmar Noeckler, mente da Stefan Zelger, Enrico Nizzi e Stefano Gardener, gli altri tre classificati almeno una volta nei primi 30 in Coppa del Mondo, forse era complesso aspettarsi di più. Il tempo, però, non sembra dover passare invano, visto che sono pronti a emergere Luca Del Fabbro e Davide Graz, da osservare con molta attenzione, visti l’oro mondiale junior nella 30 km a tecnica classica del primo e la capacità di andare molto vicino a inserirsi nel lotto dei migliori delle sprint fatta vedere dal secondo, anche ai Mondiali di Seefeld.
Dall’ultima gara della stagione 2010-2011 l’Italia non trova il podio con le donne. Il digiuno persistente da quel successo a Falun di Arianna Follis (che chiuse così la sua carriera) non ha conosciuto sosta in quest’annata, ormai l’ottava senza alcun piazzamento tra le prime tre delle nostre portacolori. Stavolta, però, qualche segnale di vita c’è. Lo regala Caterina Ganz: con i suoi 23 anni, ha chiuso come miglior azzurra del lotto mostrando la capacità di rimanere in più di un’occasione non lontana dalle più forti. La sua seconda parte di stagione sembra un preludio a qualcosa di buono, che si spera arrivi nella stagione ventura, perché qualche emozione al femminile manca da troppo tempo.
Dietro Ganz, si può considerare discreta la stagione di Greta Laurent, anche se alla sprinter nata a Ivrea, pur protagonista della miglior stagione (in coabitazione con quella 2013-2014) in carriera sulle distanze brevi, è mancato l’acuto importante: è rimasta, infatti, spesso incagliata nei quarti di finale. Sarà forse questo uno dei principali punti da affrontare nella preparazione alla nuova stagione, perché a livello di tempi non le manca nulla per collocarsi stabilmente tra le migliori venti, se non quindici, del panorama sprint. Nei fatti, seppur peggio classificata di lei a fine annata, Lucia Scardoni un paio di acuti in più li ha piazzati, sfiorando anche la finale nelle due occasioni in cui è riuscita a centrare la semifinale.
Un discorso a parte lo merita Elisa Brocard, protagonista del miglior inverno di sempre a 34 anni, con una finale avvicinata ai Mondiali di Seefeld e la prima volta assoluta tra le prime dieci di una gara di Coppa del Mondo assoluta, nella 10 km a tecnica libera di Davos. Il 38° posto nella classifica finale di Coppa assoluta, il 29° in quella distance e il 17° nel Tour de Ski sono tutti i migliori della sua vita sportiva, che pareva non troppo lontana dal termine e invece ha saputo quasi ringiovanirsi, magari non per i piani alti, ma di sicuro per raccogliere meritati applausi.
La speranza, come da molti anni a questa parte, è che qualcuna emerga. Forse, in questo senso, Ganz è già sulla strada giusta, mentre sta cercando di farsi largo Anna Comarella, che qualcosa ha fatto vedere negli ultimi due mesi, scrollandosi di dosso lo scotto del debutto in una vera stagione di Coppa del Mondo.
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federico.rossini@oasport.it
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Foto: Pier Colombo