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Tennis, Finale Masters 1000 Miami 2019: Roger Federer e John Isner, la carica di chi sfugge agli anni

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Roger Federer, anni 37. John Isner, anni 33. In due, ne fanno 70. Eppure saranno loro, domani, a sette anni di distanza dalla prima occasione in cui si affrontarono in una finale di un Masters 1000 (Indian Wells 2012), a ritrovarsi per l’ultimo atto della prima edizione di Miami lontana da Crandon Park.

Lo svizzero, comunque vada a finire, con il raggiungimento della finale ha già messo insieme un quantitativo di punti con il quale recupera terreno nei confronti della terza posizione del ranking ATP, attualmente occupata da Alexander Zverev. In caso di successo il tedesco sarebbe distante 450 punti, altrimenti 850. Eppure, nel corso del torneo, Federer in un’occasione ha rischiato di fare la fine dello scorso anno, quando fu eliminato dall’australiano Thanasi Kokkinakis: questa volta, però, il finale di secondo set gli è venuto in soccorso contro il moldavo Radu Albot, e da lì non ha più lasciato per strada nulla. Il conto dei record s’aggiorna: cinquantesima finale in un Masters 1000, numero 154 in generale, con caccia aperta alla vittoria numero 101. Inoltre, può essere il 28° successo in un 1000, cosa che lo riavvicinerebbe a Rafael Nadal (a quota 33) e Novak Djokovic (32), l’uno assente e l’altro eliminato.

Di fronte a Federer c’è un John Isner capace di tornare in finale a un anno di distanza dalla cavalcata che lo ha portato a battere Zverev e a diventare l’ultimo campione a Crandon Park prima dello spostamento all’Hard Rock Stadium. Per lui si tratta della finale numero 27, la quinta in un Masters 1000: ha vinto quella sopracitata e ha perso le restanti tre a Indian Wells nel 2012, a Cincinnati nel 2013 e a Parigi-Bercy nel 2016. Il suo percorso verso l’ultimo atto è stato caratterizzato da una curiosa alternanza tra giovani ed esperti, affrontati in sostanziale alternanza nel corso del torneo. Il lato curioso è che, pur non avendo perso un set, li ha conclusi quasi tutti al tie-break. Ne fa eccezione soltanto uno: il primo contro Albert Ramos-Viñolas. Un successo schiuderebbe all’americano le porte della settima posizione nel ranking mondiale, un traguardo mai raggiunto in tutta la carriera.

Oggi avremmo potuto assistere a una finale tutta canadese, tra Felix Auger-Aliassime e Denis Shapovalov, che avrebbe fatto parlare moltissimo non solo per l’identica nazionalità dei due, ma anche per la loro giovane età, senza contare il fatto che sono entrambi considerati delle certezze per il futuro. Ancora una volta, però, sono due uomini non proprio di primo pelo a dimostrare di valere ancora qualcosa nel mondo del tennis. Nei precedenti comanda Federer per 5-2, ma l’ultimo incontro si è svolto più di tre anni fa, a Bercy, e ha visto prevalere Isner al tie-break del terzo set. Chiaramente, in una partita del genere sarà fondamentale la tenuta al servizio di entrambi, anche se lo svizzero ha nel proprio repertorio le armi giuste per togliere sicurezza al nativo di Greensboro.

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federico.rossini@oasport.it

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Foto: Leonard Zhukovsky / Shutterstock

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