Pallavolo
Volley, Gianlorenzo Blengini: “Sentirò Juantorena a fine stagione. Vettori può tornare in Nazionale. Giovani? Ecco cosa fare…”
ESCLUSIVA OA SPORT – Una telefonata allunga la vita, recitava un vecchio spot di un noto gestore telefonico. La telefonata ci sarà, appena finito il campionato della Lube Civitanova. Gianlorenzo “Chicco” Blengini si armerà di gettoni e alzerà la cornetta come era solito fare Massimo Lopez nel suddetto famoso spot e comporrà il numero di Osmany Juantorena e a quel punto tutto il mondo della pallavolo resterà col fiato sospeso, come il plotone dei giustizieri della Legione Straniera.
Si sono già sentiti, Blengini e Juantorena e hanno deciso di buon grado di aggiornarsi a fine campionato, per non creare interferenze nell’attività del club ma l’impressione è che ci siano margini per il ritorno dello schiacciatore ex cubano in azzurro in vista di quello che potrebbe essere l’ultimo biennio olimpico della sua carriera. Un piccolo sforzo per tentare di regalare la partecipazione olimpica alla squadra italiana in attesa che le nuove generazioni tornino a sfornare martelli-ricevitori di qualità.
“Quest’anno ho girato tantissimo per i campi delle squadre di Superlega – racconta Gianlorenzo Blengini, coach azzurro del volley maschile – ho assistito a partite e allenamenti, so che c’è un lavoro da svolgere che va oltre le normali convocazioni per i quattro tornei che ci aspettano nell’estate dedicata alle Nazionali. C’è una criticità che è quella delle bande, ma rientra a mio avviso nei corsi e ricorsi storici. E’ così in Italia, è così anche in altri paesi, basti pensare al Brasile che naturalizza Leal, tanto per fare un esempio. Nel calcio è capitato che in un periodo storico la Nazionale abbia avuto difese granitiche senza avere chi la metteva dentro e viceversa attacchi pirotecnici ma qualche carenza in difesa. Sono fiducioso perché i giovani di qualità non mancano, gente come Lavia, Gardini ma anche Michieletto, altro figlio d’arte, hanno grandi prospettive nel ruolo ‘incriminato’ ma sono molto giovani e vanno aspettati. Ci sono soluzioni immediate per il problema bande e soluzioni a lungo termine. Quelle immediate le testeremo alla Nations League, alla fine della quale tireremo le somme e vedremo il da farsi per l’appuntamento più importante che è la qualificazione olimpica in casa. Nel primo torneo avremo un’Italia in parte sperimentale per tanti motivi, poi diciamo che chiameremo i più forti e per l’Europeo valuteremo strada facendo”.
Non si sbilancia, Blengini. Non può farlo ma mai come in questo momento Juantorena farebbe comodo per completare il lotto dei titolari che poco si discosterebbe da quello del Mondiale dello scorso anno. Gruppo che avrà come obiettivo riscattare la sconfitta con la Serbia per andarsi a prendere il biglietto per Tokyo. L’affare Juantorena ha comunque evidenziato come un movimento come l’Italia non possa permettersi buchi generazionali o lacune tecniche in alcuni reparti e Blengini ha la prima ricetta. “E’ provato che la fase critica, quella in cui i talenti rischiano di perdersi perché trovano poco spazio nelle squadre della massima serie e magari fanno tanto allenamento ma poche partite è da 21 a 25 anni – spiega l’allenatore – noi come Nazionale abbiamo solo un’arma, comunque importante, per far crescere questi ragazzi che riteniamo interessanti: fare in modo che non si perdano durante l’estate e costruire un gruppo che non voglio chiamare Italia B ma semplicemente un gruppo di lavoro da cui nascerà la squadra che parteciperà alle Universiadi in Italia che abbia il duplice compito di far giocare e far crescere tecnicamente chi ne fa parte. Ci saranno soprattutto giovani. Parodi e Kovar? Non dirò nulla sulle convocazioni fino alla fine della stagione per ognuno dei giocatori di mio interesse”.
Blengini ci tiene a sottolineare un aspetto fondamentale del suo futuro in azzurro. “I giocatori sono sottoposti a continue sollecitazioni, non si può pensare che elementi di valore assoluto possano rendere per dodici mesi all’anno, con i ritmi a cui si sottopongono nella stagione per club dove sono in campo per partite importanti una volta ogni tre giorni, poi arriva la stagione della Nazionale a ciclo continuo e tutti pretendono che siano in campo in ogni manifestazione. Se nessuno si prende la responsabilità di fare riposare i big, questa responsabilità me la prenderò io e sarà mia cura, attraverso un sistema di convocazioni ben ponderato, fare in modo che ognuno di loro possa osservare un periodo adeguato di riposo, a costo di schierare una Nazionale non con tutti i migliori nelle prime uscite. Quest’anno c’è una qualificazione olimpica da ottenere, c’è un Europeo da giocare e noi abbiamo il dovere di fare arrivare al meglio delle condizioni gli elementi di punta per quegli appuntamenti. Fin quando Federazioni Mondiali, Europee e Leghe inseriscono impegni sempre più pressanti sta a noi allenatori cercare di usare il buon senso per evitare i sovraccarichi e tutto ciò che ne consegue”.
Filippo Lanza e Luca Vettori potrebbero essere due uomini chiave dell’estate azzurra e Blengini giudica così la loro stagione finora. “Stanno facendo entrambi una bella stagione dal mio punto di vista. Filippo sa che in quella squadra ha un ruolo chiave, che non gli permette di essere in copertina, che lo costringe a qualche sacrificio ma che gli permette anche di prendersi delle belle soddisfazioni, Luca sta facendo un grande campionato, sicuramente migliore rispetto al passato, è un uomo fondamentale nel sistema di gioco voluto da Lorenzetti per Trento e va dato merito ad entrambi per questa crescita importante anche in chiave azzurra”.
Per un ruolo, quello di martello ricevitore, in cui la coperta in Italia è molto corta, ci sono altri quattro ruoli dove sembra esserci quasi abbondanza in azzurro. “Nel reparto alzatori c’è Giannelli che ci assicura enorme qualità ma c’è un gruppo di giovani che sta crescendo e che promette molto bene, sui centrali abbiamo lavorato a mio avviso bene dal punto di vista tecnico. C’erano giocatori forti a muro che però erano poco efficaci in attacco e ultimamente sono cresciuti anche in questo fondamentale. Due nomi nuovi? Sono sotto gli occhi di tutti, Russo e Mosca. C’è comunque un lotto di atleti su cui si può lavorare molto bene e anche nel reparto opposti c’è una discreta abbondanza con il possibile rientro nel giro di Vettori o comunque la sua crescita”.
Ai primi di maggio è previsto il primo collegiale per preparare l’estate caldissima e, in chiusura di chiacchierata, la domanda a Blengini viene spontanea. Ma ci andrà l’Italia a Tokyo? “Io sto lavorando quasi esclusivamente in funzione della qualificazione olimpica. Sappiamo che sarà durissima ma confido nel gruppo azzurro, nel pubblico e anche un po’ in me stesso. L’Olimpiade, per il sottoscritto, non è esattamente un’ossessione ma un pensiero fisso sì”.
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Foto Valerio Origo
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