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Basket, Eurolega 2019: la stagione dell’Olimpia Milano. Da un inizio da sogno ad un finale amarissimo
L’Eurolega dell’Olimpia Milano si è chiusa in maniera definitiva ieri sera ad Istanbul. La sconfitta con l’Efes ha sancito l’eliminazione della squadra di Simone Pianigiani, che ha sprecato l’ennesima occasione di raggiungere i playoff. Un finale di stagione disastroso per Milano, che esce con mille rimpianti e con la consapevolezza di aver sprecato una grande occasione di entrare tra le migliori otto.
Purtroppo l’Olimpia ha dimostrato nelle ultime quattro partite europee di non avere ancora fatto quel salto di qualità tanto sperato e richiesto per centrare l’accesso alla post season. Panathinaikos, Real Madrid, Fenerbahce ed Efes hanno mostrato tutti i limiti di una formazione che non ha praticamente mai vinto con le prime quattro della classifica (solo un successo di un punto contro l’Efes al Forum) e che ha fallito tutti gli esami di maturità, perdendo tutte le sfide che valevano un posto nei playoff.
Eppure la stagione era iniziata benissimo con una squadra lanciatissima in classifica dopo la schiacciante vittoria di Atene contro l’Olympiacos ed i successi casalinghi su Baskonia ed Efes. Anche le prestazioni con Real Madrid e CSKA avevano fatto ben sperare ed i playoff sembravano essere alla portata della società milanese. L’infortunio di Nedovic ha spezzato un certo equilibrio tra novembre e dicembre, con Milano che ha perso cinque partite consecutive e tra queste anche quelle dolorosissime in casa con Bayern Monaco e Gran Canaria. Alla fine, facendo i conti, sono due ko decisivi per l’eliminazione.
Il ritorno con gli spagnoli, poi, ha sancito un altro spartiacque della stagione milanese. Un’Olimpia in ripresa e comunque pienamente nei playoff perde Arturas Gudaitis fino alla fine della stagione. L’assenza del centro lituano è pesantissima ed è una delle tante cause del tracollo finale di Milano. Anche la società sbaglia clamorosamente, perchè come sostituto viene preso Alen Omic, ex Buducnost, che si rivelerà un clamoroso flop ed un giocatore non all’altezza di certi palcoscenici.
Milano in qualche modo resta viva e ha ben quattro match point sulla racchetta, ma spreca tutto. Neanche i suicidi sportivi delle altre rivali aiutano l’Olimpia, che vive un finale di stagione da incubo e si scioglie proprio nel momento più importante. Oltre novanta punti concessi a Real e Panathinaikos, sopra i 100 contro Fenerabahce ed Efes, sono numeri impietosi per una squadra che non ha saputo approcciare nel modo giusto le sfide che valevano la qualificazione.
Alla fine non è bastato nemmeno avere un Mike James da quasi venti punti a partita e miglior marcatore per distacco dell’intera Eurolega. L’americano è stato un po’ croce e delizia lungo tutta la stagione milanese, ma sicuramente senza di lui Milano non sarebbe arrivata nemmeno a giocarsi una chance di andare ai playoff. Gli infortuni di Nedovic e Gudaitis, come detto, hanno pesato, e neanche la buona stagione complessiva di Micov e Brooks è servita.
Si stanno facendo solo nomi di titolari e forse qualcosa è mancato dalla panchina, anche se quest’ultima è sempre stata usata con il contagocce dall’allenatore. Le colpe di Simone Pianigiani sono ben presenti e sul banco di imputazione ci vanno tutti i problemi difensivi avuti lungo tutta la stagione e poi anche una profondità mai data alla rosa milanese. Il tecnico toscano ha spremuto sempre e solo gli stessi giocatori, dimenticandosi totalmente di altri elementi in panchina (vedi Andrea Cinciarini), che avrebbero potuto dare un contributo diverso anche solo nella propria metà del campo.
Si chiude una stagione che ha visto Milano fare molto meglio della scorsa (cinque vittorie in più), ma si chiude tra le polemiche, i rimpianti, l’amarezza per quello che poteva essere ma non è stato. L’Olimpia resta ancora fuori dalle grandi d’Europa e per l’ennesimo anno si lecca le ferite e si guarda dentro. Il futuro ora dice scudetto in Italia (obiettivo minimo della stagione milanese), ma si comincia già a riflettere sulla prossima stagione europea, nella quale i play-off saranno un traguardo quasi obbligatorio.
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Credit: Ciamillo