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Basket: Moretti, Mannion e Badocchi. Inizia a formarsi l’ossatura della Nazionale del futuro

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Davide Moretti e Francesco Badocchi, l’uno contro l’altro, in finale del torneo universitario NCAA hanno riacceso un’antica questione: come sarà la Nazionale italiana del futuro, dopo l’uscita di scena (che prima o poi dovrà esserci, per ragioni anagrafiche) di Belinelli, Gallinari, Datome e Melli?

Moretti, in verità, nel giro azzurro ci si trova dagli anni delle giovanili e poi dell’A2 a Treviso: con la maglia della Nazionale Under 18 ha vinto la medaglia di bronzo agli Europei di Samsun, diventati famosi perché, a causa delle criticità dell’estate 2016 in Turchia, sono stati spostati a dicembre. Con lui c’era un altro giocatore, Guglielmo Caruso, che ha poi scelto la strada dell’America dopo un paio di stagioni. Per il giocatore di Texas Tech, comunque, sembra più che probabile la permanenza per un altro anno all’università, il che lo potrà certamente aiutare sia come giocatore (e in quel senso già ha dei numeri che potrebbero riportarlo in A, dopo gli scampoli di qualche anno fa con Pistoia) che, soprattutto, come uomo.

Nel reparto piccoli Moretti, a Samsun, aveva un’alternativa in Tommaso Baldasso (classe ’98), che nei tre anni trascorsi alla Virtus Roma in A2 ha completato un processo di maturazione che lo ha portato a diventare un play che un po’ evoca lo stile di Davide Bonora e che può dire la sua anche in Serie A (magari proprio con la società capitolina, che sta lottando con Capo d’Orlando nel girone Ovest della seconda serie) e, perché no, magari in futuro anche in Nazionale.

Immaginando questa coppia di play (anche se il figlio di Paolo Moretti può giocare senz’alcun problema da guardia), il go to guy del futuro appare senz’altro Nico Mannion, che i suoi minuti con la Nazionale li ha già trovati nella scorsa estate contro l’Olanda, mostrando di saperci già fare anche contro gente molto più affermata di lui. E’ tra i prospetti più attesi dei prossimi anni in NCAA, dove giocherà con i Wildcats della University of Arizona (spesso abbreviata in UA): scopriremo dai mesi venturi, dunque, se riuscirà a ripetere i numeri mostrati alla high school e in quel poco che ha potuto dimostrare in mezzo ai professionisti, quelli tra i quali un giorno si troverà anche lui.

Alcuni altri nomi stanno cercando, a vario titolo, di rivelarsi anche in Serie A: Alessandro Pajola ha dato minuti di qualità in più di un’occasione alla Virtus Bologna quando si è trattato di rimpiazzare Tony Taylor, mentre tra i lunghi Andrea Mezzanotte, dopo buone partite a inizio anno, sembra esser stato sostanzialmente dimenticato da coach Maurizio Buscaglia.

Di lunghi parlando, il discorso finisce inevitabilmente su Francesco Badocchi, l’uomo che con Virginia il torneo NCAA l’ha vinto, seppure non sia riuscito a recitare un ruolo da protagonista anche per via di seri problemi fisici che ne hanno compromesso la stagione. La via per la Nazionale potrebbe essere più complessa per lui, ed anzi potrebbe tornargli utile almeno un anno di A2 per misurarsi con un campionato che, se non è il massimo sulla scena italiana, è formativo anche per il carattere, dal momento che nella seconda serie nazionale nulla è mai scontato e molto si gioca su un sottilissimo mix di tecnica e carattere. Sempre sotto canestro, va ricordato Alessandro Lever, ormai perno fisso della sua Grand Canyon University, che può avere un futuro assicurato in molte squadre di A (compresa quella Reggio Emilia in cui è cresciuto, dovesse centrare la permanenza in questa stagione e in quelle a venire). Di sicuro, con la penuria di uomini che si fanno sentire sotto le plance del recente passato, l’arrivo di qualche nome nuovo a rinverdire una tradizione che ha visto nascere in Italia un figuro chiamato Dino Meneghin (senza contare gli ottimi giocatori come Denis Marconato) sarebbe molto più che ben accetto.

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Credit: Ciamillo

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