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Ciclismo
Ciclismo, la consacrazione di Davide Formolo. Uomo da classiche più che da Grandi Giri?
“Quello di oggi è un secondo posto che vale, vale molto. Non bevo una birra da mesi, per questa sera penso di essermela meritata” le parole, come riportate da Tuttobiciweb, dopo l’arrivo di Liegi. Nella Decana delle Classiche Monumento per la seconda volta Davide Formolo è andato vicino al trionfo. Oggi ci è andato davvero vicinissimo: solamente uno Jakob Fuglsang in formissima ha separato il corridore della Bora-hasngrohe dalla gloria in terra belga.
La vera e propria consacrazione del corridore 26enne è arrivata però in questa edizione della Doyenne. Fino ad ora due successi in carriera (una frazione al Giro d’Italia del 2015 e una tappa al Giro di Catalogna di quest’anno) e tanti dubbi sulle proprie possibilità di essere un uomo da grandi giri. Nelle corse a tappe di tre settimane sono arrivate tre top-10 (due al Giro ed una alla Vuelta), sempre però a grande distanza dal podio. Che sia arrivata la decisione di trasformarsi definitivamente in un corridore da classiche?
Sia la Liegi, classica più amata viste anche le performance passate, che il Lombardia sono davvero perfette per le caratteristiche del veneto. Roccia non è dotato di un gran spunto veloce ma sulle salite brevi e dure, come le côtes del Belgio, riesce a dare il meglio di sé: ha dimostrato anche un gran fondo, con la luce che difficilmente va a spegnersi dopo 200 e più chilometri di corsa. Ora fari puntati però sulla Corsa Rosa: probabile che l’obiettivo sia quello di tenere il più possibile in chiave classifica, ma, se dovesse andar male, c’è la convinzione di potersela giocare al meglio per i successi parziali.
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gianluca.bruno@oasport.it
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Foto: Valerio Origo