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Formula 1

F1, Ferrari tra guai e dubbi. Mondiale possibile, ma occorre ritrovare affidabilità e… Vettel

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Due weekend nel Mondiale 2019 di F1 fanno già parte dei libri di storia e in casa Ferrari gli spunti di riflessione non mancano per quello che non ha funzionato. In Australia la prestazione era completamente mancata e la doppietta Mercedes aveva già i contorni della condanna mentre in Bahrein è stata l’affidabilità a venire meno. Due aspetti non certo slegati ma probabilmente strettamente connessi per spiegare una Rossa che nel computo complessivo della graduatoria dei piloti e dei costruttori è in ritardo nei confronti delle Frecce d’Argento: il monegasco Charles Leclerc a -18 dal finlandese Valtteri Bottas e il Cavallino Rampante a -49 dalla scuderia di Brackley.

Siamo però solo alla seconda gara dell’anno e nulla è ancora perduto però è necessario invertire la tendenza. Il modo con il quale Leclerc è stato privato del suo primo successo in carriera a Sakhir fa male. La macchina tra le sue mani, per buona parte della corsa, era stata veloce e non aveva presentato alcun problema. Il monegasco aveva messo in mostra un’autorevolezza da pilota navigato, nonostante i 21 anni, e tutti i media presenti erano già pronti con titoli ad effetto per esaltarne la prestazione. Qualcosa poi nel motore della SF90 si è rotto e Charles è stato costretto a rallentare. “Stiamo ancora controllando. Non abbiamo ancora una chiara spiegazione di quello che è successo. Abbiamo visto che si è trattato di un problema all’unità endotermica, più precisamente un problema di combustione su un cilindro. Il propulsore tornerà a Maranello per dei controlli accurati: quando ci sono questi inconvenienti c’è bisogno di un’analisi approfondita e ci vuole del tempo. Non c’è stato un problema all’MGU-H. Se avessimo avuto quel tipo di criticità avremmo provato a cambiare le mappature e le impostazioni, provando a vedere se in qualche modo fosse possibile ovviare all’imprevisto, ma oggi non è stato così“, le dichiarazioni amare del Team Principal Mattia Binotto.

L’ex pilota dell’Alfa Romeo, nei fatti, è stato l’unico a salvarsi con il terzo posto finale, anche favorito dall’ingresso della Safety Car negli ultimi giri per il ritiro delle Renault. A non rispondere presente sono stati appunto la consistenza della vettura ed anche chi dovrebbe essere il leader designato per riportare il titolo sotto l’insegna del Cavallino, ovvero Sebastian Vettel. Il tedesco, partito splendidamente, non aveva ritmo ed ha subito il sorpasso del compagno di squadra senza poter fare nulla. Nello sviluppo della gara però ad essere decisivo è stato l’errore nel confronto con Hamilton. Nel corpo a corpo con Lewis, Seb si è girato portando poi ai problemi tecnici susseguenti. In quel confronto in curva-4 si è un po’ rivisto quanto accaduto a Monza l’anno scorso alla variante della Roggia. Con la testa, il quattro volte iridato sembra un po’ rimasto a quell’episodio e non è un bene. Di fatto, nella sfida in casa Ferrari, il 31enne nativo di Heppenheim ne è uscito sconfitto e questo la Rossa non può permetterselo. Per poter sfidare le Mercedes è fondamentale il suo apporto e il pilota va recuperato, guardando ai prossimi round, perché solo con un “attacco a due punte” il team di Brackley può essere messo dietro.

 

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giandomenico.tiseo@oasport.it

Twitter: @Giandomatrix

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