Formula 1
F1, GP Azerbaijan 2019: la Ferrari è già “all-in”, Mercedes a caccia della doppietta e del record a Baku
3-0, palla al centro. No, non si vuol parlare di un ritorno di Champions League di calcio ma l’attenzione è rivolta al prossimo GP di Azerbaijan, quarta prova del Mondiale 2019 di Formula Uno. Il numero perfetto coincide con la Mercedes. Il tris di doppiette consecutive in Australia, Bahrein e in Cina è roba da ko tecnico; cose che non si vedevano da 27 anni, quando la Williams Renault del britannico Nigel Mansell e del nostro Riccardo Patrese dominava senza se e senza ma sui circuiti di tutto il mondo, lasciando al povero Ayrton Senna le briciole. In casa Ferrari ci si augura di non rivivere un’annata di quel tipo e allora si è sposata la linea “all-in”.
No, Mattia Binotto non è diventato improvvisamente un appassionato di poker ma ha dato il via libera ai primi veri update in casa del Cavallino Rampante. La SF90 necessitava di una ventata di freschezza dopo l’altalena di risultati dei primi tre GP. Questa principessa capricciosa piace decisamente poco e si va in cerca dell’equilibrio sopra la follia, per dirla alla Vasco Rossi. La decisione è stata presa: primi aggiornamenti aerodinamici in vista di questo weekend per invertire il trend e sbloccare la situazione. Lo “zero” posto sulla casella riservata ai successi non è particolarmente gradito e il digiuno non rientra nei piani della scuderia di Maranello.
Il lay-out azero dovrebbe sposarsi bene con le qualità della macchina italiana, nata seconda una filosofia con poco drag (resistenza all’avanzamento). Un progetto che però ha avuto delle inattese controindicazioni rappresentate da un’assenza di carico aerodinamico sull’avantreno che non facilita la monoposto in ingresso e in percorrenza delle curve di bassa velocità. A Baku i team dovranno trovare il giusto compromesso per essere veloci sul dritto e avere anche downforce nei tratti guidati. Per questo sarà decisivo disporre di una monoposto con elevata efficienza, potendo massimizzare il riscontro finale pur girando con “poca ala”. Di conseguenza, Binotto e i suoi hanno deciso di giocarsi il “nuovo che avanza”. Avere, infatti, una macchina non equilibrata potrebbe essere letale relativamente allo sfruttamento degli pneumatici anteriori e spalancare le porte del successo alle Frecce d’Argento.
Team di Brackley che, in caso di poker di doppiette, potrebbe siglare un nuovo primato: nessuna squadra in F1 è riuscita ad ottenere un riscontro del genere nei primi quattro round. Ne ha facoltà la W10, vettura dotata sotto tutti i punti di vista e guidata magistralmente da Hamilton e anche dal finlandese Valtteri Bottas. La Ferrari, quindi, dovrà porre porre rimedio alla emorragia di punti, anche nel confronto impietoso dell’anno passato quando il tedesco Sebastian Vettel guardava tutti dall’alto con 54 punti e 9 lunghezze di vantaggio su Lewis.
Oggi il -31 dal cinque volte iridato è qualcosa di agghiacciante e pertanto servirà sfatare alcuni tabù: il 31enne nativo di Heppenheim non sale sul gradino più alto del podio da 11 gare e la Ferrari non ha mai vinto in Azerbaijan. Sarà necessaria una rivoluzione, in un appuntamento nel quale non ci si è mai annoiati: dalla ruotata di Vettel ad Hamilton del 2017 al crash tra l’olandese Max Verstappen e l’australiano Daniel Ricciardo, compagni di squadra in Red Bull nel 2018.
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giandomenico.tiseo@oasport.it
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