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Formula 1
Sergio Perez, F1 GP Cina: “Possiamo migliorare, sono fiducioso”
Si è svolta la conferenza stampa della vigilia della tre giorni del Gran Premio di Cina, il 1000° della storia della Formula 1 e tra i quattro piloti presenti c’era il messicano Sergio Perez, otto podi al suo attivo in 160 Gran Premi e pilota della Racing Point, la ex Force india. Ecco le domande alle quali è stato sottoposto con le sue risposte.
Come sei diventato pilota di Formula 1?
“Ricordo la prima che guardai con mio padre, era il 1994, era il Gran Premio in cui morì Senna e fu una cosa scioccante anche se più per mio padre che per me. Per il Messico la Formula 1 non è così importante ma in famiglia l’abbiamo sempre amata e io ho sempre desiderato diventare un pilota di Formula 1 e ho sempre guardato le gare fin da piccolo anche se erano sempre al mattino presto e poi mi sono trasferito in Europa per poterlo diventare”.
C’è qualche problema sul pacchetto della tua vettura visto l’inizio non proprio facile di stagione?
“Credo che sull’aggiornamento portato a inizio stagione non siamo riusciti a lavorare al meglio ma siamo andati a punti in Bahrein e sono fiducioso che possiamo migliorare ancora guadagnando posizioni a centro griglia. Il design del casco non è cambiato molto, ho semplicemente messo il logo dei 1000 Gran Premi per ricordarmi di aver partecipato a una gara che segna una ricorrenza così prestigiosa per la Formula 1”.
Cosa pensi del circuito di Shanghai?
“E’ un circuito con rettilinei lunghi e curve lunghe specialmente la 1, difficile da affrontare soprattutto le prime volte, è problematico a cena a causa del vento ma farlo in qualifica è divertente”.
Secondo te avere figli rallenta i piloti in pista e li condiziona come di solito si dice?
“Per me non c’è alcun condizionamento, dobbiamo pensare ad andare il più veloce possibile. Cambia molto la vita al di fuori perché si dorme di meno e si hanno più preoccupazioni per i figli ma in pista no, non dobbiamo essere minimamente condizionati”.
Secondo te tra cinquant’anni le gare automobilistiche ci saranno ancora e in che modo?
“La tecnologia si sta già sviluppando a ritmo spaventoso e spero che ci siano ancora i piloti e non solo le vetture, che probabilmente diventeranno elettriche. I piloti devono sempre essere la cosa più importanti ma già adesso è difficile fare la differenza all’interno di un team”.
Usando la macchina del tempo in che epoca di corse vorresti essere catapultato?
“Vorrei tornare negli anni sessanta-settanta, le gare erano più divertenti anche se più pericolose e i piloti facevano più la differenza. Mi piacerebbe che i piloti fosse meno stressati e che si potessero divertire di più.”
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Foto: Lapresse