Formula 1

F1, la Ferrari rimpiange Arrivabene…Confronto impietoso con i numeri della gestione Binotto

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La Ferrari sperava in un inizio di stagione decisamente differente rispetto a quello che, invece, si è materializzato. La SF90 sembrava una vettura pronta a garantire punti e vittorie ma, appena appoggiate le gomme sull’asfalto di Melbourne, le certezze si sono trasformate in un incubo. Il castello di sogni si è sgretolato in maniera clamorosa e ha mandato la scuderia di Maranello in profonda difficoltà. Letteralmente in mare aperto. L’era del nuovo team principal, Mattia Binotto, si è subito rivelata una dura salita, con la Mercedes, lì davanti, che sembra un grande scalatore difficile da raggiungere.

Come detto, il team con il Cavallino Rampante, non si poteva certo aspettare un avvio simile. Prime tre gare: nessuna vittoria, due podi (uno dei quali davvero sfortunato con Charles Leclerc in Bahrein) e numeri che fanno già paura. Lewis Hamilton comanda la classifica generale con 68 punti, contro i 62 di Valtteri Bottas. In terza posizione c’è Max Verstappen a 39, mentre Sebastian Vettel è fermo a 37, con Charles Leclerc a 36. Il tedesco, quindi, accusa già 31 lunghezze nei confronti del suo rivale numero uno, ben oltre un Gran Premio di differenza, un dato quanto mai eclatante.

Se passiamo, poi, alla graduatoria costruttori, le cose se possibile, peggiorano. Le Frecce d’argento, infatti, volano già a quota 130 punti (merito di tre triplette, come non accadeva dal 1992 in avvio di stagione) con un laconico +57 sulle Rosse. Numeri e dati che lasciano a bocca aperta e che, se paragonati alla scorsa annata, stridono in maniera ancor più netta.

Le prime tre gare del Mondiale di Formula Uno 2018, infatti, presentavano uno scenario ben differente. Sebastian Vettel aveva conquistato due vittorie (e la terza non era arrivata solamente per la Safety Car di Shanghai) e viaggiava con 54 punti, contro i 45 di Lewis Hamilton, mentre la Ferrari ne aveva 84 (con il ritiro di Kimi Raikkonen a Sakhir per il guaio al pit stop) contro gli 85 della Mercedes.

In poche parole, la scuderia di Maranello ha 11 punti in meno della scorsa annata (ma con un arrivo al traguardo in più) mentre il team anglo-tedesco ha incrementato il suo bottino di 45 punti. Un salto in avanti che ha dell’incredibile. A livello di piloti, invece, Sebastian Vettel ha lasciato per strada 17 punti, al contrario di Lewis Hamilton che ne ha aggiunti 23, quasi una gara in più.

Certo, siamo solamente ad inizio stagione, e tutto può e deve ancora essere scritto, ma l’incipit della gestione di Mattia Binotto sta deludendo sotto ogni punto di vista: vettura e suo sviluppo, gestione piloti e, ovviamente, risultati. Urge una scossa immediata per non vedere subito spegnersi i sogni di gloria di Sebastian Vettel e Charles Leclerc e per non far sì che la Mercedes fugga definitivamente sulle rampe della salita del Mondiale 2019 di Formula Uno. Le speranze per il team emiliano ci sono, come i 18 Gran Premi che sono ancora da disputare.

Nelle ultime annate, per esempio, la Ferrari era sempre partita bene, crollando inesorabilmente nel finale di campionato. Questa volta, quindi, la speranza della scuderia di Maranello è che il trend sia invertito, per non dover assister all’ennesimo trionfo della Mercedes, con una cavalcata delle Frecce d’argento, per il sesto anno consecutivo. Maurizio Arrivabene, nel frattempo, sorride sornione. Mattia Binotto è chiamato alla risposta. Rapida ed immediata.

 

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alessandro.passanti@oasport.it

Twitter: @AlePasso

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