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F1, Mondiale 2019: Sebastian Vettel vs Charles Leclerc, il dualismo che fa male alla Ferrari

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No, proprio non ce lo si attendeva. Se si guarda al mese di febbraio, tutti erano intenti a stilare un’ipotetica griglia di partenza in vista del Mondiale 2019 di Formula Uno e si era concordi su un punto: “Ferrari vs Mercedes”. Si prevedeva un confronto serrato tra le due scuderie ma di fatto a Brackley hanno messo in scena un bluff da giocatori di poker consumati mentre a Maranello sono costretti già all’all-in.

Senza perderci in metafore, la situazione è molto preoccupante perché le quattro doppiette consecutive nei primi quattro round del 2019 sono un qualcosa che mai si era visto nel Circus e la superiorità esibita a 360° dalla Stella a tre punte è stata palpabile. Neanche una sbavatura nello spartito di Toto Wolff e dei suoi uomini e le conseguenze sono evidenti in termini di classifica generale: 74 punti il ritardo del Cavallino Rampante nel Mondiale costruttori e 35 le lunghezze che separano il tedesco Sebastian Vettel dal sorprendente finlandese Valtteri Bottas, mai così brillante.

Che cosa succede quindi in Ferrari? Se lo chiedono in tanti e la risposta è solo una: la macchina non è così prestazionale. La velocità e la consistenza esibite dalla SF90 nei quattro appuntamenti non è stata paragonabile alla W10 che, quando è stato il momento di sfoderare i suoi cavalli, è andata via e non è stata più ripresa. Una vettura valorizzata da due piloti in grande forma e che si spingono a vicenda per la massimizzazione del risultato. Funziona, per il momento, la chimica tra Bottas e Lewis Hamilton, anche se forse al britannico questa verve innovativa del nordico comincia a stare un po’ stretta ma vedremo…

Sotto l’insegna del Cavallino, invece, si ha l’impressione che il dualismo Vettel-Leclerc stia avendo dei pericolosi effetti collaterali. Mancando, probabilmente, una figura autoritaria nel ruolo di Team Principal i due si confrontano andando oltre il limite e questo genera errori: si pensi al testacoda di Seb in Bahrein oppure allo schianto di Charles nelle qualifiche di Baku. Entrambi desiderosi di mostrare al team di essere il vero n.1 in squadra senza se e senza ma. Certo, è giusto che vi sia competizione ma forse la gestione di Mattia Binotto non è sufficiente a spegnere i bollenti spiriti anche perchè il clima che è venuto a crearsi è quasi completamente favorevole a Leclerc. Supporters ed anche avversari profetizzano vittorie a profusione per il monegasco, mentre l’immagine del quattro volte iridato è quasi messa in un angolo. E’ vero, la strategia al momento ha sorriso a quest’ultimo ma la velocità dimostrata dal teutonico non è quella che si vorrebbe per rendere questo rapporto più agevole. Vettel risente della presenza del giovane pilota del Principato, ripensando a quello che accade in Red Bull nel 2014 con l’australiano Daniel Ricciardo? Probabilmente sì.

Un confronto che sta probabilmente anche distogliendo l’attenzione da quello che conta davvero: migliorare la monoposto. Ma il contesto, in questo senso, non favorisce perchè un riferimento vero manca come il pane a Maranello.

 

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giandomenico.tiseo@oasport.it

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