Formula 1
F1, Mondiali 2019: Ferrari e l’amara realtà dopo Shanghai. Mattia Binotto “tuttocampista” un problema?
Il lunedì è sempre portatore di riflessioni, pensieri ed analisi. Non fa eccezione il GP della Cina di F1, che ben poche soddisfazioni ha riservato alla Ferrari. Il dualismo Sebastian Vettel-Charles Leclerc sembra attirare l’attenzione di buona parte dell’opinione pubblica ma resta il fatto che a vincere è ancora la Mercedes ed è la terza doppietta consecutiva, un qualcosa che riporta indietro nel tempo alla coppia formata da Nigel Mansell e da Riccardo Patrese della Williams del 1992. Ben pochi si potevano aspettare un andamento così favorevole per la scuderia di Brackley. Il quesito è il seguente: i test a Barcellona non avevano grande rilevanza? Per gli ingegneri del giorno dopo sì ma bisogna essere cauti nei giudizi.
La Ferrari si sta dimostrando una macchina capace di “grandi picchi” ma non costante come la W10 e le ragioni tecniche sono molteplici: affidabilità ancora non massimale e un progetto aerodinamico in cui si fa fatica ad avere carico sul posteriore. Detto questo le cause della debacle vanno ricercate anche nell’assetto gestionale del Reparto Corse. Il ruolo di Mattia Binotto non convince. Questa visione da “tuttocampista” del Team Principal del Cavallino Rampante non sembra essere funzionale ad una logica di reattività e di sviluppo rapido della monoposto.
Al contrario di quello che avviene a Brackley, dove nel giro di una settimana hanno trovato le soluzioni ai problemi iniziali, a Maranello è sembrato che la vettura, in evidenza in Catalogna, non sia evoluta a dovere. Se infatti Mercedes e Red Bull hanno anticipato alcuni update, sotto l’insegna del Cavallino non si è stati così aggressivi e ci si trova in una condizione di svantaggio netto nei confronti dei rivali. Ciò probabilmente va a legarsi al fatto che le criticità strutturali ancora permangono. Pertanto la situazione è decisamente complicata e trovare un equilibrio sopra la follia, citando una famosa canzone, appare complesso. A Baku è necessario porre fine all’emorragia ma si ha idea su cosa intervenire? Può bastare questa figura di Binotto, gestore del tutto, a dare una scossa alla squadra?
[embedit snippet=”adsense-articolo”]
giandomenico.tiseo@oasport.it
Clicca qui per mettere “Mi piace” alla nostra pagina Facebook
Clicca qui per iscriverti al nostro gruppo
Clicca qui per seguirci su Twitter
FOTOCATTAGNI