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Ginnastica, Europei 2019: top e flop. De Jesus il personaggio, Paseka divina, Kinsella sorprende, la Russia domina, l’Italia c’è

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Gli Europei 2019 di ginnastica artistica sono volti al termine, la competizione che è andata in scena alla Netto Arena di Stettino (Polonia) ha regalato grandi emozioni ma analizziamo nel dettaglio i momenti clou dell’evento. Melanie De Jesus Dos Santos è indubbiamente il personaggio di questa rassegna continentale, la 19enne transalpina ha conquistato lo scettro nel concorso generale individuale e si è confermata Campionessa d’Europa al corpo libero. La Reginetta del giro completo si è distinta a suon di grande acrobatica e grande tenacia, molto precisa e intensa su ogni attrezzo con dei passaggi importanti che le hanno permesso di primeggiare: dopo la rottura del legamento crociato che l’ha costretta a saltare buona parte della carriera da junior, questa ragazza originaria della Martinica (è un’isola dei Caraibi, territorio francese d’oltremare) è risalita pian piano fino a raggiungere la massima consacrazione in questa competizione (da non dimenticare anche l’argento alla trave).

Tutti si aspettavano una battaglia stellare con Ellie Downie e Angelina Melnikova, così è stato perché le tre ragazze hanno concluso l’all-around raccolte in meno di quattro decimi a dimostrazione di una sfida appassionante e avvincente che si è risolta sul filo di lana. La britannica è ritornata prontamente in auge dopo un periodo abbastanza complicato a causa di problemi fisici, si era presentata in Pomerania Occidentale per difendere il titolo continentale nel concorso generale e per meno di un decimo non è riuscita nell’impresa: abbiamo ritrovato tutta la sua potenza e la sua forza ginnica, l’abbiamo ammirata su tutti gli attrezzi e ha sempre saputo dire la sua conquistando anche il bronzo al volteggio. La russa, invece, torna a casa con tre medaglie ma manca quella d’oro: argento alle parallele, bronzo all-around e al corpo libero. L’incantevole bionda ha commesso alcune sbavatura qua e là che le hanno impedito di conquistare l’alloro pesante, si è dimostrata ancora una ginnasta di vertice nel Vecchio Continente ma ora deve ritrovare più precisione in gara se vorrà puntare al massimo traguardo quando conta davvero: stupenda ma può dare e ottenere ancora molto di più.

La grande sorpresa è la britannica Alice Kinsella che in maniera inattesa si è laureata Campionessa d’Europa alla trave riscattando l’opaca prestazione della finale del generale dove si era presentata addirittura col terzo punteggio di qualifica, non sorprende invece l’apoteosi della russa Anastasiia Iliankova sugli staggi perché era tra le ragazze più quotate della vigilia ma ha sbalordito la maturità con cui ha dettato legge nell’atto conclusivo sbaragliando una concorrenza importante. Maria Paseka si è invece confermata imbattibile al volteggio, la Campionessa del Mondo 2015 e 2017 ha posto il suo secondo sigillo continentale pur uscendo di pedana sul primo salto (ma l’Amanar come seconda prova è stato divino). Non ci sono stati grossi flop evidenti, tutte le ragazze più attese della vigilia sono riuscite a esprimersi sui loro livelli e a regalare della buona ginnastica, anche la francese Coline Devillard (argento alla tavola), l’olandese Eythora Thorsdottir (argento al quadrato), la transalpina Lorette Charpy (terza sui 10 cm) e la nostra Alice D’Amato (bronzo alle parallele) si sono unite alla festa.

Il dominio della Russia è stato imbarazzante, oltre ai due ori femminili ne sono arrivati addirittura cinque al maschile: le doppiette di Denis Abliazin (anelli e volteggio) e Nikita Nagornyy (all-around e parallele) si uniscono al sigillo di Artur Dalaloyan (corpo libero), il grande deluso perché da Campione del Mondo del concorso generale è stato battuto sul giro completo da un connazionale che gli ha vietato il bis. Annunciate invece le apoteosi del britannico Max Whitlock al cavallo con maniglie e dell’olandese Epke Zonderland alla sbarra, il Dottore Volante capace sempre di strabiliare con le sue evoluzioni impossibili. C’è stata gloria anche per l’Italia con ben 8 finali di specialità, l’argento di Marco Lodadio agli anelli e il bronzo già citato di Alice D’Amato alle parallele.

 

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Foto: UEG

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