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Foto: Radu Razvan / Shutterstock.com
L’attesa per il Giro delle Fiandre 2019 sta ormai per terminare e come ogni anno si rinnova un quesito che affligge appassionati e tifosi italiani: sarà questa la volta buona per tornare a vedere un azzurro in trionfo nella storica classica belga? Sono passati ormai dodici anni dallo strepitoso successo di Alessandro Ballan al Giro delle Fiandre 2007, ma le immagini di quella vittoria sono ancora nitide: impossibile dimenticare l’incredibile duello nella volata conclusiva tra l’azzurro e il belga Leif Hoste, con il corridore allora in maglia Lampre-Fondital a saltare l’avversario con un sorpasso praticamente sulla linea d’arrivo, mentre alle spalle della coppia di testa Luca Paolini si prendeva il terzo posto. Era un periodo in cui l’Italia poteva contare su carte di assoluto valore in questo genere di appuntamenti: non soltanto Ballan ma anche e soprattutto Filippo Pozzato, quattro volte in carriera nei migliori dieci al Giro delle Fiandre con il secondo posto del 2012 a rappresentare il miglior risultato di un italiano dopo il 2007.
Da diversi anni però la situazione è decisamente cambiata e l’incapacità del movimento azzurro di produrre un corridore adatto alle grandi classiche è ormai diventata un’amara realtà. Dal 2010 un solo italiano è riuscito a portare l’Italia sul gradino più alto del podio in una classica monumento e lo ha fatto per ben tre volte: il suo nome è Vincenzo Nibali. Il fuoriclasse messinese ha vinto la Milano-Sanremo nel 2018 e il Giro di Lombardia nel 2015 e nel 2017, risultati che dimostrano (se ancora ce ne fosse bisogno) la caratura del campione siciliano. Nibali però non si può certo definire uno specialista delle classiche e, sebbene abbia dimostrato di poter essere competitivo in qualsiasi occasione, ha giustamente scelto di pianificare la stagione puntando sul Giro d’Italia.
Gli straordinari risultati ottenuti da Vincenzo Nibali negli ultimi anni sono riusciti a mascherare, almeno in parte, la mancanza di reali e concrete alternative nelle corse di un solo giorno. Limitando l’analisi soltanto al Giro delle Fiandre il miglior risultato ottenuto da un corridore italiano ancora in attività è il sesto posto di Sasha Modolo nel 2017 in un’edizione che ha rappresentato un primo raggio di luce dopo un periodo di grande difficoltà. In quell’occasione infatti decimo aveva chiuso Sonny Colbrelli, tredicesimo Matteo Trentin e quindicesimo Gianni Moscon. Proprio quest’ultimo rappresenta sicuramente il prospetto più interessante anche in prospettiva futura per le classiche del Nord: il corridore trentino ha tutte le carte in regola per ben figurare sui percorsi movimentati delle Fiandre, ma sta pagando un avvio di stagione complicato e difficilmente domenica sarà competitivo. Le speranze saranno quindi riposte sul campione europeo Matteo Trentin, reduce da un paio di ottimi piazzamenti e chiamato quest’anno a compiere un definitivo salto di qualità per rivaleggiare ad armi pari con gli specialisti di livello internazionale.
Difficilmente, in conclusione, il Giro delle Fiandre 2019 potrà vedere un italiano interrompere questo lungo digiuno, ma gli elementi per guardare con moderata fiducia al futuro non mancano. Tra questi il più importante è rappresentato da un corridore di grande interesse che farà proprio domenica il suo debutto nella corsa: Davide Ballerini. Il 24enne lombardo, entrato da quest’anno a far parte del Team Astana, potrebbe diventare un uomo molto pericoloso in questo genere di appuntamenti, anche se il suo percorso di crescita è soltanto all’inizio. La strada e il tempo, come di consueto, avranno l’ultima parola.
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roberto.pozzi@oasport.it
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Foto: Radu Razvan / Shutterstock.com