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Golf, Masters Augusta 2019: i favoriti. Da Rory McIlroy a Justin Rose tanti potenziali protagonisti, senza scordare Francesco Molinari e Tiger Woods

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C’è tanta incertezza sui nomi che potrebbero far bene in quest’edizione del Masters. Quello che si presenta ad Augusta, infatti, è un field di grandi nomi che danno la caccia alla storica giacchetta verde: ci sono tutti i migliori del mondo, tra i quali, però, il chiaro favorito non c’è.

Justin Rose è appena tornato primo giocatore del pianeta, e a lui il percorso dell’Augusta National Golf Club piace: l’inglese non è mai finito più indietro del 39° posto, collezionando inoltre due secondi posti nel 2007 e 2015. La vittoria, però, non è mai arrivata, così come mai l’ha colta Rory McIlroy. Il nordirlandese cerca da diversi anni di completare il quartetto dei Major, e due fattori lo aiutano: cinque volte nei primi dieci negli ultimi cinque anni, periodo di ottima forma dopo il successo al Players Championship. Un po’ più arretrato è Dustin Johnson: l’americano, pur in un buonissimo momento, non ha mai particolarmente gradito il par 72 del Masters. C’è poi l’incognita di Jon Rahm: per lo spagnolo, secondo l’opinione generale, non è tanto una questione di se, ma di quando vincerà per la prima volta uno dei quattro maggiori tornei al mondo.

Ci sono poi le ambizioni di due vecchie volpi del circuito, Tiger Woods e Phil Mickelson: i due storici rivali partono da outsider, con licenza di far danni ovunque possano. Su Tiger pende la grande domanda: il Tour Championship del 2018 è l’atto della rinascita o l’ultimo canto? Al momento la risposta sta nel mezzo, considerati i suoi ultimi risultati. Mickelson, invece, a 48 anni non ha nessuna intenzione di demordere, come hanno capito tutti quelli che l’hanno visto vincere a Pebble Beach poche settimane fa.

Scorrendo l’elenco dei possibili uomini di punta, troviamo Brooks Koepka, che l’anno scorso era assente, ma dal 2015 aveva portato avanti un miglioramento costante dal 33° posto dell’esordio all’11° del 2017. Ci riprova anche Rickie Fowler, che l’anno scorso è andato vicinissimo a superare Patrick Reed nell’ultimo giro (a proposito del vincitore di un anno fa, il fatto che non abbia più vinto dopo aver portato a casa la Green Jacket non depone a suo favore).

In tutto questo, ci sono anche le possibilità di Francesco Molinari. L’azzurro, negli ultimi otto mesi, ha dato una scossa al golf italiano con i suoi ripetuti successi, e arriva ad Augusta con la chiara intenzione di migliorare il suo miglior risultato, che è un 19° posto. Il 2019 l’ha iniziato bene, con il terzo posto al WGC-Dell Technologies Match Play e soprattutto con la rimonta vittoriosa all’Arnold Palmer Invitational.

Benché non tra i favoriti, ci sono alcuni partecipanti impossibili da non menzionare per il contributo dato al golf. Parliamo del tedesco Bernhard Langer, per quasi 25 anni grandissimo interprete del tour europeo, dello spagnolo Josè Maria Olazabal, uno dei tre spagnoli ad aver vinto il torneo (gli altri sono il compianto Seve Ballesteros e Sergio Garcia, anch’egli in gara come potenziale mina vagante), dell’inossidabile figiano Vijay Singh, dell’argentino Angel Cabrera, del gallese Ian Woosnam.

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federico.rossini@oasport.it

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Foto: Hafiz Johari / Shutterstock

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