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Foto: LaPresse
La gioia incontenibile di Tiger Woods risplende sul green della 18. Una giornata storica per il golf e per lo sport in generale quella che ha chiuso l’Augusta Masters 2019, primo dei quattro Major della stagione che si è svolto come da tradizione sul percorso del National Golf Club di Augusta, in Georgia (Stati Uniti). Il fuoriclasse statunitense ha conquistato per la quinta volta in carriera la leggendaria giacchetta verde, a distanza di ben quattordici anni dall’ultimo successo nel 2005. Un vero e proprio miracolo sportivo, una storia di rinascita così tipicamente americana quella vissuta da Tiger Woods, dalle note vicende che lo avevano allontanato dai campi proprio all’apice della carriera e sembravano aver scritto la parola fine sulla parabola del giocatore statunitense. Dopo un lungo periodo di difficoltà, con gli sforzi per tornare competitivo che sembravano non dare risultati, la ripresa è iniziata nella scorsa stagione: la vittoria al Tour Championship sul PGA, la lotta per il successo all’Open Championship e il ritorno in Ryder Cup hanno sicuramente restituito fiducia. La vittoria ad Augusta, undici anni dopo il successo allo US Open 2008, rappresenta però un traguardo che molti avevano ritenuto impossibile e consacra definitivamente Tiger Woods come il miglior golfista della storia.
Ultima giornata piuttosto amara in chiave italiana con la delusione per Francesco Molinari che ha pagato un giro complicato dopo aver chiuso al comando le prime 54 buche e si è dovuto accontentare di una comunque prestigiosa quinta posizione con lo score complessivo di -11, a due lunghezze di distanza dal vincitore. L’azzurro ha messo a segno tre birdie, un bogey e ben due doppi bogey, che hanno spento le speranze di successo. La classifica finale vede in seconda posizione il terzetto statunitense composto da Brooks Koepka, Xander Schauffele e Dustin Johnson a -12, mentre in compagnia del giocatore italiano si sono piazzati l’australiano Jason Day (autore di un eccellente giro finale in 67) e gli statunitensi Tony Finau e Webb Simpson. Nona posizione per lo spagnolo John Rahm e per gli americani Patrick Cantlay e Rickie Fowler. Il vento e la pioggia hanno reso sicuramente più complicate le condizioni del percorso, ma non hanno condizionato lo spettacolo straordinario offerto dai protagonisti e soprattutto non hanno rubato la scena al trionfo di Tiger Woods.
Partenza complicata per Francesco Molinari, più impreciso rispetto al solito dal tee e costretto a recuperare in un paio di occasioni (in particolare alla buca 5 e alla buca 6) grazie all’aiuto del putt per salvare il par. Gli errori di Tiger Woods e Tony Finau permettono però all’azzurro di allungare in testa alla classifica con tre colpi di margine dopo le prime sei buche. Il momento negativo del giocatore italiano prosegue anche alla buca 7: un tee shot nel bosco di sinistra e un approccio non perfetto portano al primo bogey della giornata. La reazione arriva immediata alla buca successiva e a metà del quarto giro Molinari conserva la prima posizione in solitaria con lo score di -13 e un colpo di margine su Tiger Woods.
La classifica però cambia improvvisamente nel giro di pochi minuti nella seconde nove buche. L’azzurro finisce in acqua alla buca 12 e perde ben due colpi, nello stesso momento Patrick Cantlay e Xander Schauffele salgono al comando con lo score di -12. Il primo però non regge la tensione e con due bogey consecutivi perde posizioni, mentre Molinari e Woods con il birdie alla buca 13 riguadagnano la testa. Nella lotta per il titolo si inseriscono anche Brooks Koepka e Dustin Johnson, a comporre un incredibile quintetto in prima posizione. Una disastrosa buca 15, con il terzo colpo finito in acqua dopo la deviazione di una pianta, spegne le speranze di Francesco Molinari che scivola a -10. Nel momento più importante Tiger Woods sfodera il talento del fuoriclasse e con due spettacolari birdie alla buca 16 e alla buca 17 allunga al comando con lo score di -14 facendo letteralmente impazzire il pubblica dell’Augusta National Golf Club. Gli avversari diretti non riescono a replicare e sul green della buca 18 basta un bogey allo statunitense per conquistare il quindicesimo Major della propria straordinaria carriera.
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roberto.pozzi@oasport.it