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Golf, oltre Francesco Molinari c’è anche l’Italia in buono stato. Da Nino Bertasio a Guido Migliozzi, passando per Andrea Pavan

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I primi tre mesi del 2019 del golf mondiale hanno portato delle buone soddisfazioni agli uomini d’Italia impegnati in giro per il mondo. Tante le belle prestazione di cui parlare in relazione a coloro che portano il tricolore in ogni angolo del pianeta.

Non si può non partire dall’ottimo inizio di Francesco Molinari: pur avendo cominciato in leggero ritardo il suo 2019, l’ha subito affrontato con il piglio di chi ha visto la sua vita sportiva trasformata dopo il magnifico 2018 fatto di Open Championship, un’eccezionale Ryder Cup e Race to Dubai. In cinque tornei sono già arrivati due podi: la vittoria in rimonta all’Arnold Palmer Invitational e il terzo posto al WGC-Dell Technologies Match Play, che mai lo aveva visto protagonista nelle sue numerose partecipazioni precedenti all’anno corrente. Se la condizione dovesse rimanere questa, al primo Major dell’anno, il Masters, il nostro si presenterà certamente nel lotto dei favoriti, anche se sul percorso di Augusta non è mai andato al di là del 19° posto del 2012.

La settimana appena passata, però, ha proposto anche una buonissima prova di Nino Bertasio sull’European Tour, all’Hero Indian Open. Il suo 18° posto è il miglior risultato dell’anno, giunto al termine di una bella rimonta nell’ultimo giro. Chi, nello stesso weekend indiano, ha fornito qualche segnale di ripresa è Andrea Pavan. Perennemente vicino a rientrare nei primi 100 del mondo, appena accarezzati per un brevissimo periodo nel 2018, il romano ha chiuso 27°, ed anche per lui questa è la miglior prestazione del 2019.

Oltre ai nomi ormai più noti del golf italiano, da Renato Paratore a Lorenzo Gagli passando per Edoardo Molinari, ce n’è un altro che sta facendo la voce grossa negli ultimi tempi. E’ Guido Migliozzi, che ha approfittato pienamente della conquista della carta per giocare sull’European Tour quest’anno vincendo poco più di una settimana fa il Kenya Open e scalando più di trecento posizioni nel ranking mondiale in un colpo solo: ad oggi è il numero 3 d’Italia, e a 22 anni ha parecchio tempo per scalare le gerarchie almeno europee. L’altro debuttante, Filippo Bergamaschi, sta iniziando a ottenere qualche risultato di buon rilievo nei tornei più recenti, anche se la classifica globale non lo premia. Per quanto riguarda Matteo Manassero, invece, continuano i tanti problemi: in sei tornei sul tour europeo ha superato soltanto una volta il taglio, quasi ad accentuare un periodo nero che dura da fin troppo tempo e che tutto il golf italiano spera finisca, un giorno o l’altro.

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federico.rossini@oasport.it

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Foto: Valerio Origo

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