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Masters 1000 Montecarlo 2019: c’è l’ostacolo Dusan Lajovic tra Fabio Fognini e la storia

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Chissà se Fabio Fognini, quando scenderà in campo oggi sul Centrale dedicato a Ranieri III per giocare la finale del Masters 1000 di Montecarlo, si sarà completamente messo alle spalle l’epica impresa di aver battuto, anzi, annichilito, per due set a zero Rafael Nadal, il re della terra battuta di tutti i tempi, e riuscirà a mantenere subito alta la concentrazione contro il suo avversario, il serbo Dusan Lajovic, che non ha mai incontrato in carriera.

Ieri, in semifinale contro Rafa, Fabio ha cominciato a scrivere una pagina indelebile nella storia del tennis non solo italiano ma mondiale, e oggi è quasi obbligato a concluderla, non fosse altro per la sua superiorità schiacciante nella classifica mondiale, 18 contro 48 con il serbo che nessuno si aspettava all’atto conclusivo del torneo: tutti se ne aspettavano un altro, un irriconoscibile Novak Djokovic, e invece in finale è arrivato lui. Lajovic non deve essere assolutamente preso sotto gamba: in questo torneo ha vinto cinque incontri senza perdere un set, battendo, tra gli altri, il belga David Goffin, l’austriaco Dominic Thiem, testa di serie numero 4, e in semifinale il russo Daniil Medvedev, il giustiziere di Djokovic.

28enne di Belgrado, in possesso di un gran rovescio a una mano e di un gioco che sui campi monegaschi ha concesso pochissimo ai suoi avversari (ne sa qualcosa Lorenzo Sonego, suo avversario nei quarti di finale), non solo è alla sua prima finale in un Masters 1000, ma anche alla prima finale in assoluto nel circuito ATP, esclusi i Challenger, questo per dire la straordinarietà del torneo che sta disputando. Fognini ha tutte le capacità per sfondare questo muro che finora è sembrato invalicabile.

E qui, dato che le qualità tennistiche del 31enne di Arma di Taggia le conosciamo tutti, ci affidiamo un po’ ai numeri: anche per Fabio è la prima finale in un Masters 1000, la diciannovesima in un torneo ATP (otto vinte), è il primo italiano finalista a Montecarlo dai tempi di Corrado Barazzutti, che fu battuto nel 1977 dallo svedese Bjorn Borg, e che in questi giorni, anche in veste di capitano non giocatore di Coppa Davis, ha sempre assistito agli incontri di Fabio con al suo fianco la moglie del ligure, Flavia Pennetta.

Soprattutto, Fognini può diventare il primo italiano a vincere questo torneo nell’era Open del tennis: nel 1968, quando Nicola Pietrangeli lo vinse per la terza volta, i professionisti erano ancora esclusi dai tornei tradizionali. Dopo il trionfo di ieri Fabio è salito al numero 15 ATP ma se vincesse anche oggi salirebbe di altre tre posizioni fino a quello che sarebbe il suo best ranking, il numero 12. Infine, se dovesse arrivare la sua nona vittoria in un torneo ATP, arriverebbe a un passo da Adriano Panatta che è a quota dieci. L’occasione è troppo ghiotta per buttarla via: forza Fabio!

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Foto: LaPresse

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