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Masters 1000 Montecarlo 2019: un titolo che vale una carriera. La trionfale cavalcata di Fabio Fognini

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Finalmente Fabio Fognini! Cinquantuno anni dopo la terra rossa di Montecarlo si tinge d’azzurro e lo fa grazie ad un ragazzo che vive a pochi chilometri dal Principato, in quello che per lui è praticamente il torneo di casa. Il nono titolo della carriera è sicuramente il più bello, il più importante ed il significativo per Fognini, che è diventato il primo italiano della storia a vincere un Masters 1000.

Sembrava essere una stagione maledetta, perché dopo un buon Australian Open si è spenta completamente la luce per il ligure e sono arrivate una serie di sconfitte consecutive. Fabio è arrivato a Montecarlo in uno dei peggiori momenti della sua carriera e dopo il primo set contro Andrey Rublev tutto sembrava portare all’ennesimo ko al primo turno e ad un saluto veloce a tutto il Principato. Nella vita di ogni tennista, però, c’è sempre una “sliding door” e la partita con il russo rispecchia perfettamente il concetto. Una grande rimonta ed una vittoria in tre set con quell’urlo alla fine che sapeva di gioia, ma soprattutto di liberazione. Un grido a scacciare via tutto il male, il negativo degli ultimi mesi e per dire “sono tornato”.

La cavalcata è stata trionfale ed è iniziata anche con un pizzico di fortuna, visto il ritiro del francese Gilles Simon al secondo turno. Negli ottavi ecco Alexander Zverev, numero tre del mondo, ma Fognini domina e in due set chiude la pratica. Il primo set con Borna Coric è solo un passaggio a vuoto nella settimana perfetta, perché messo a posto il braccio dolorante ecco che il ligure non lascia scampo nemmeno al croato. In semifinale c’è poi Nadal, il padrone della terra rossa, il signore di Montecarlo e Fabio lo liquida in due set in un’ora e mezza di gioco. La finale con Lajovic è quasi una formalità, perché questa volta Fognini non doveva e non poteva perdere.

Di questo ragazzo di Arma di Taggia si è detto, scritto e parlato tanto. Si sono raccontate le tante imprese negli Slam, nei tornei ATP e soprattutto con la maglia azzurra, ma spesso tutto questo è stato messo in secondo piano dalle liti con gli arbitri, i giudici di linea o il pubblico, da tutti quei comportamenti sbagliati dentro il campo che spesso hanno prevalso sul bel gioco e sulle vittorie. Forse è inutile dire che la carriera di Fabio poteva anche essere diversa, che se avessero prevalso le prime righe di questo paragrafo magari oggi parleremmo del suo ennesimo trionfo in un Masters 1000, di un giocatore perennemente in Top 10, forse anche di un campione o finalista Slam. Si può davvero dire e scrivere tutto, ma oggi è solo il momento della festa e dell’elogio per il ligure.

Questo trionfo è il giusto traguardo per un giocatore che ha spesso sopportato le critiche per un tennis maschile italiano che non riusciva ad esplodere. Le vittorie al femminile hanno segnato le passate stagioni, con gli uomini lontanissimi anche solo dal pareggiare quel numero di successi. Fognini ha sempre avuto le spalle larghe per “proteggere” anche i compagni, ci ha sempre messo la faccia, non si è mai nascosto o tirato indietro nei momenti difficili e ha sempre risposto presente ad ogni chiamata in Davis, anche quando magari il suo stato fisico consigliava altro.

Vero che questa vittoria può essere il trampolino per tutto un movimento e soprattutto per quei ragazzi più giovani che si stanno affacciando con sempre più convinzione al circuito ATP. Questo, però, deve essere soprattutto il successo di Fabio Fognini e di nessun altro. Un traguardo solo suo e arrivato al termine di una settimana che rimarrà nella storia del tennis e dello sport italiano. Da domani il cammino riparte con Barcellona e poi con Madrid, ma l’attesa ovviamente è già tutta per Roma e successivamente per il Roland Garros, perché forse il bello ora è solo cominciato.

 

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Foto: LaPresse

1 Commento

1 Commento

  1. Luca46

    21 Aprile 2019 at 19:11

    Bellissimo articolo. Speriamo che riesca dare continuità, intanto godiamoci questo trionfo importantissimo, anche per la caratura degli avversari battuti. La finale poteva essere un insidia ed invece Lajovic è stato spazzato via. Però bisogna annotare anche un Sonego in grande crescita.

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