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MotoGP, GP Spagna 2019: Valentino Rossi e il test probante per la Yamaha a Jerez de la Frontera

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Il Circus del Motomondiale fa tappa a Jerez de la Frontera (Spagna) e tra due settimane si tornerà a girare nel Vecchio Continente. Nella classe regina siamo reduci dalla sorpresa delle sorprese: la caduta del “Re di Austin” Marc Marquez e il successo della Suzuki dello spagnolo Alex Rins. Nei primi tre GP dell’anno, quindi, si devono annotare tre vincitori diversi. L’errore di Marquez in pochi lo avevano messo in preventivo e ciò ha sorriso ad Andrea Dovizioso ed a Valentino Rossi, rispettivamente primo e secondo nella graduatoria generale, separati da tre lunghezze (54 punti contro 51).

In particolare il “Dottore” vuol capire di che pasta è fatta la sua Yamaha. I due secondi posti consecutivi in Argentina e in Texas hanno dato indicazioni confortanti ma sul tortuoso tracciato iberico la M1 sarà messa a dura prova. Nelle ultime due stagioni Rossi è stato costretto a gare da comprimario. Lo sfruttamento delle gomme si è rivelato un enigma per il team del “46”, che dopo pochi giri si è trovato a guidare praticamente sulle uova. Brutti ricordi che hanno offuscato una storia felice per Valentino su questa pista, essendo il pilota più vincente in Spagna con 9 successi (l’ultimo nel 2016), senza contare i 15 podi.

Numeri e statistiche che stanno a dimostrare l’alto gradimento di Valentino nei confronti del circuito ma è evidente che ogni corsa ha una storia diversa. L’anno passato Marquez vinse in solitaria e diede una lezione a tutti. Nel 2019 il campione di Tavullia non vorrà guardare da troppo lontano il vertice. Le sue ambizioni lo spingono sempre a puntare al bersaglio grosso. Nonostante le quaranta primavere, l’alfiere della Yamaha ha voglia di vincere e di tornare sul gradino più alto del podio, dal quale manca dal GP di Assen (Olanda) del 2017, andando ad aggiornare nuovi primati relativi alla sua longevità.

Il lay-out dell’Andalusia dovrebbe sorridere alla M1, che pare aver ritrovato il bandolo della matassa almeno in ciò che è spesso stato il proprio punto di forza: la guidabilità. Su un tracciato nel quale la velocità di percorrenza in curva è importante, Valentino sa che questa è l’occasione per monetizzare, lì dove in passato aveva fatto sfracelli. L’occasione è ghiotta e quattordici giorni saranno più che sufficienti per prepararsi al meglio e mettere nel mirino gli update statistici, che dopo il round americano ha portato il numero dei podi in carriera a 234 in 386 corse disputate.

 

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Foto: Hafiz Johari / Shutterstock.com

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