MotoGP
MotoGP, le 5 risposte che dovrà darci il GP degli Usa
E dopo l’Argentina è tempo degli Stati Uniti. Sul COTA Circuit of the Americas di Austin, disegnato dall’architetto tedesco Hermann Tilke, assisteremo al terzo round del Mondiale 2019 di MotoGP. Su uno dei tracciati più graditi dai piloti, per le sue caratteristiche molto particolari, la massima cilindrata si esibirà e ci darà un quadro più preciso della situazione. A Losail (Qatar) la Ducati ha fatto centro con Andrea Dovizioso mentre a Termas de Rio Hondo lo spagnolo Marc Marquez ha posto il proprio sigillo, prendendosi la vetta della graduatoria generale. In tutto questo Valentino Rossi ha conquistato il primo podio stagionale con la sua Yamaha, un risultato che mancava al “Dottore” dal GP del Sachsenring (Germania) dell’anno passato. Cerchiamo di analizzare gli spunti più importanti del fine settimana in Texas con i cinque quesiti più importanti.
1 La Honda sarà ancora la moto da battere ad Austin?
Dopo il dominio argentino di Marquez, tanti si chiedono se questa egemonia continuerà anche negli States. Di fatto, lo spagnolo nelle sei edizioni precedenti ha sempre vinto, esibendo una superiorità a tratti imbarazzante: in tre casi si è imposto conducendo dall’inizio alla finale e in cinque con l’aggiunta del giro veloce. Marc ha dunque nel mirino il record di sette successi su di uno stesso circuito di Valentino Rossi, che dal 2002 al 2008 vinse al Mugello. Honda che tradizionalmente va fortissimo negli USA: le ultime 15 gare in MotoGP hanno chiaramente i tratti del Sol Levante, considerando i 15 successi dei suoi alfieri. La RC213V, inoltre, è parsa tra le mani dell’iberico una moto ben bilanciata e competitiva e quindi dover aggiornare i dati citati precedentemente non è certo lontano dalla realtà.
2 La Ducati risponderà su una pista poco “amica”?
La Ducati ed Andrea Dovizioso dovranno fare di necessità virtù e cercare di minimizzare i danni in uno dei feudi di Marc. Il forlivese ha ottenuto su questa pista un terzo posto nel 2014 e un secondo nel 2015. Servirà una GP19 stabile soprattutto in frenata. Il COTA è mediamente impegnativo da questo punto di vista, con ben tredici punti di frenata ogni giro. La staccata più importante è quella della curva-12: le moto arrivano a 339 km/h e frenano per 6.3 secondi per scendere a 67 km/h. Opportuno considerare anche che in curva-1 il carico sulla leva del freno raggiunge gli 11.6 bar (fonte dati: www.brembo.com). Pertanto la ricerca della messa a punto ideale sarà fondamentale in casa del team di Borgo Panigale per permettere al ducatista di essere in lizza per la top-3 come in Argentina. L’obiettivo del “Dovi” è quello di accumulare più punti possibili sui tracciati dove lo spagnolo può essere vincente, sferrando l’attacco più avanti dove la Rossa potrà avere dei vantaggi. Una sfida sui particolari, in cui ogni minimo errore potrà essere pagato a caro prezzo.
3 Valentino Rossi sarà della partita per il podio?
Il podio argentino è stato senza dubbio un toccasana per le ambizioni di Valentino Rossi. Il campione di Tavullia temeva il weekend a Termas de Rio Honda ma la Yamaha ha fornito delle risposte confortanti in termini di costanza di rendimento e velocità. Certo, la Honda e Marquez hanno disputato una gara a parte ma il secondo posto argentino, aggiudicandosi il confronto con Dovizioso, ha regalato al “46” energie supplementari. Appare evidente che in Texas servirà continuare su questo trend, su di una pista nella quale il nostro portacolori non ha mai vinto, uno dei pochi tracciati del Mondiale 2019 in cui non ha impresso il proprio marchio con Aragon, Buriram (1 sola gara) ed il Red Bull Ring, tutti introdotti in calendario dopo il suo ultimo titolo iridato (2009). Tuttavia, Valentino ha dichiarato alla vigilia di apprezzare le peculiarità del lay-out americano. Non resta che far seguire i fatti alle parole.
4 Maverick Vinales si inserirà nella lotta?
Se Valentino Rossi sorride, lo stesso non si può dire del compagno di team Maverick Vinales. Lo spagnolo in gara non è mai riuscito ad esprimere tutto quello che di buono aveva fatto vedere nelle qualifiche. Nel giro secco il Top Gun del Motomondiale ha incantato mentre in corsa, fin dal via, ha sempre avuto tante difficoltà nel’essere veloce, come il “46”. Problematiche di feeling che dovranno essere risolte al più presto su di un circuito che a Maverick è sempre piaciuto, ricordando il secondo posto dell’anno passato o il successo in Moto2 nel 2014.
5 Quali saranno le condizioni di Jorge Lorenzo?
Il 13° e 12° posto dei primi due round non erano certo i riscontri che Jorge Lorenzo desiderava all’inizio della propria nuova avventura in Honda. Di sicuro gli infortuni subiti in successione lo hanno molto condizionato e nello stesso tempo il feeling con la RC213V non è ancora al 100%. Su di una pista sulla quale il maiorchino non ha mai trionfato, vittima anch’egli del dominio di Marquez, va a caccia di risposte per capire se e quanto il proprio fisico gli consentirà di portare al limite la propria moto e, nello stesso tempo, comprendere se i correttivi apportati dal proprio team saranno validi per le sue prestazioni. Gli avversari più agguerriti stanno accumulando punti e la 14esima posizione nella graduatoria generale è un chiaro segnale d’allarme.
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giandomenico.tiseo@oasport.it
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Foto: Hafiz Johari / Shutterstock.com