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Nuoto, Assoluti Riccione 2019. Campionati con vista sulla Corea. Asticella alta: Gwangju è obiettivo per campioni veri!

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La tensione torna alta a bordo vasca della Piscina Comunale di Riccione. Dopo l’anno degli Europei arrivano le due stagioni più pesanti: una lunga volata che porta a Tokyo 2020 nella quale non sono ammessi passi falsi perché la Federnuoto, per i grandi appuntamenti internazionali, vuole il meglio: atleti che siano in grado di puntare alle finali delle loro specialità e magari andarsi a giocare le medaglie iridate e olimpiche.

Questi atleti, oggi, in Italia non mancano di certo e bisognerà vedere, dopo i numeri oceanici della stagione continentale, da quanti elementi sarà composta la nazionale azzurra che affronterà la trasferta coreana di Gwangju. Nazionale che prenderà una forma abbastanza definita nei cinque giorni riccionesi con i tempi limite fissati dallo staff tecnico azzurro non proprio alla portata di tutti.

I CAMPIONI. Tre campioni del mondo in carica e una medagliata iridata vanno a caccia di riconferme dopo due anni di percorsi più o meno tortuosi. Federica Pellegrini riparte dai “suoi” 200 stile libero, quelli che avrebbe dovuto abbandonare dopo Budapest ma che sono il suo rifugio sicuro e lo saranno fino alla fine della carriera. Giusto aver mollato la presa per un anno, giusto aver ripreso il percorso interrotto nella magica giornata in riva al Danubio. Un’altra medaglia iridata non è impossibile e lei sta lavorando duramente per essere competitiva ai massimi livelli.

Gabriele Detti, campione in carica degli 800 stile, arriva da una stagione fatta di sofferenza e dolore ma che si è chiusa con la medaglia iridata in vasca corta di Hangzhou, tutt’altro che scontata alla vigilia. La rabbia non manca e la forma sembra sia tornata quella dei giorni migliori: il progetto è quello di provare a salire sul podio tre volte ma l’obiettivo è ottenere il massimo da 400 e 800 stile libero.

Gregorio Paltrinieri, tra scarico, sfortuna e progetti alternativi, arriva da un anno controverso. E’ entrato di prepotenza fra i protagonisti del nuoto in acque libere e allo stesso tempo, anche per via di precarie condizioni fisiche a Glasgow, ha sempre perso le sfide dirette in piscina. Quest’anno vuole tornare a toccare la piastra prima di Romanchuk e l’obiettivo record del mondo nei 1500 stile libero è sempre lì, sul tavolo. Tutto parte dagli assoluti di Riccione.

Simona Quadarella ha la particolarità che ogni volta che scende in acqua si migliora e, se vorrà essere competitiva ai massimi livelli, con avversarie del calibro di Ledecky e Jianjiahe Wang, dovrà migliorarsi ancora e non di poco. I 1500 restano la sua gara preferita, negli 800 è cresciuta tantissimo, sui 400 potrebbe non trovare troppo traffico nella corsa alla medaglia iridata. Dove potrà arrivare quest’anno inizieremo a capirlo da domani.

GLI OUTSIDER. Sognare è lecito, soprattutto per chi, come gli atleti che seguono, ha già titoli importanti nel palmares e affronta con grande spinta il biennio più importante della carriera. E’ il caso di Alessandro Miressi, numero uno della velocità in Europa e per la prima volta a confronto da campione con i campioni del resto del mondo. Solidità, fisico e continuità sono i suoi punti di forza: studia da Magnini del 2020, è atteso da importanti conferme.

Margherita Panziera ha già mostrato nella primissima parte della stagione di potersela giocare con le più forti della specialità nei 200 dorso. Anche lei sembra aver trovato la dimensione giusta dal punto di vista fisico e psicologico ma per la medaglia iridata serve un ulteriore salto di qualità che potrebbe avere nelle corde.

Piero Codia, dopo l’exploit dello scorso anno, ripetendosi sugli stessi livelli, se la giocherebbe alla pari con tutti gli avversari. Il 29enne friulano che deve dimostrare di aver trovato la giusta continuità di rendimento. Le capacità non mancano, l’esperienza nemmeno e gli avversari in casa sono sempre di buon livello con Rivolta che vuole tornare fra i grandi e Burdisso che prova ad essere competitivo anche sui 100 farfalla.

Martina Carraro e Arianna Castiglioni sembrano aver cambiato marcia. La prima ha portato a casa da Hangzhou due medaglie mondiali in corta, dopo i cambiamenti estivi e ora vuole dimostrare il suo valore in vasca lunga, la “casa” della seconda che lo scorso anno ha conquistato due allori europei nella piscina da 50 metri. Insomma: la rivalità tra le due raniste più forti potrebbe giovare ad entrambe e sarebbe una sorpresa relativa ritrovarle in finale a Gwangju magari una di fianco all’altra.

Fabio Scozzoli e Nicolò Martinenghi, il grande vecchio e il grande giovane della rana italiana tornano a sfidarsi dopo una stagione sfortunata per il varesino e controversa per il romagnolo, protagonista a Glasgow con l’argento nei 50 e deluso e deludente ad Hangzhou. Ritrovarsi uno di fianco all’altro nelle due gare più veloci anche in questo caso potrebbe fare bene ad entrambi: si preannunciano fuochi d’artificio, nella speranza che Scozzoli abbia smaltito il problema alla spalla che lo ha accompagnato nei primi due mesi dell’anno.

A proposito di dualismi, un’altra battaglia che potrebbe portare in alto entrambe le protagoniste è quella dei 100 farfalla donne con due atlete non più giovanissime ma capaci di restare ogni anno su alti livelli. La passata stagione è stata quella di Elena Di Liddo, bronzo mondiale a Glasgow, con un centesimo di vantaggio su Ilaria Bianchi. Si sfidano in continuazione, le gemelle diverse della farfalla italiana, e l’impressione è che una delle due o addirittura entrambe potrebbero stupire con effetti (e tempi) speciali.

Ilaria Cusinato ha già dimostrato tutto il suo valore a Glasgow e adesso si confronta con il mondo in due gare (200 e 400 misti) dove le grandi campionesse non mancano di certo, a partire da Katinka Hosszu, tornata in versione “Iron Lady” e la rientrante Mireia Belmonte, fino ad arrivare alle giovani statunitensi, cinesi ed australiane che non regalano niente a nessuno. Lei però non ha paura e già da Riccione vorrà mettere le cose in chiaro sulle sue ambizioni iridate.

GIOVANI, MEDAGLIATI EUROPEI, RIENTRANTI E ASSENTI. Le stelle di Thomas Ceccon e di Federico Burdisso, entrambi giovanissimi, sono già splendenti e una loro qualificazione al Mondiale è auspicabile per poter aggiungere esperienza ad un cammino che ha già conosciuto acuti molto interessanti ed importanti. A proposito di giovanissimi attenzione alla crescita di Costanza Cocconcelli, forse non ancora pronta per la qualificazione mondiale ma sicuramente di grande interesse per il futuro.

Tra i medagliati di Glasgow ci potrebbero essere alcuni atleti interessanti in prospettiva tra cui il velocista Andrea Vergani, la dorsista Carlotta Zofkova, il dorsista Matteo Restivo e il ranista Luca Pizzini: se restano sui loro livelli migliori a Gwangju ci saranno, pronti a sfidare il mondo. E poi ci sono gli specialisti delle staffette, i velocisti Zazzeri, Vendrame e Dotto e gli specialisti dei 200, Filippo Megli, da cui si attende un notevole passo avanti anche a livello individuale, Zuin, Proietti Colonna e Ciampi.

Non mancano i “cavalli di ritorno” come Marco Orsi, uscito galvanizzato dal Mondiale in vasca corta e con tanta voglia di rientrare fra i magnifici quattro della staffetta, oppure Silvia Di Pietro, reduce da quasi due anni di stop e fondamentale nella possibile rinascita della 4×100 stile libero donne, oltre che protagonista nei 50 stile libero e farfalla, oppure gli “esordienti” come Santo Condorelli, già utilissimo nella staffetta in vasca corta e pronto a mettersi a disposizione nel progetto staffetta veloce in vista di Tokyo 2020 e, perchè no, Gwangju 2019.

Il capitolo assenti, per fortuna, è cortissimo e si riduce ad un solo nome altisonante che è quello di Simone Sabbioni, alle prese con una infiammazione alla spalla che lo ha mollato solo qualche settimana fa. E’ al momento il miuglior dorsista italiano e, se riuscirà a raggiungere una buona condizione, potrebbe essere inserito in squadra in corsa per andare a rafforzare la staffetta mista.

 

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Foto Gian Mattia D’Alberto

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