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Nuoto, Assoluti Riccione 2019: Gregorio Paltrinieri e Gabriele Detti, torna la coppia d’oro per riprendersi tutto

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Non è stato un 2018 facile quello dei gemelli diversi di Ostia. Chi, in parte, per scelta, Gregorio Paltrinieri, chi per sfortuna, Gabriele Detti, entrambi hanno avuto percorsi tortuosi e in certi periodi anche dolorosi ma adesso il peggio sembra alle spalle e Riccione 2019 è il posto giusto al momento giusto per lanciare la volata in vista di Tokyo 2020.

Gabriele Detti arriva da una stagione di quasi totale inattività: un anno fa provava a rientrare dopo sei mesi di stop alle gare ma le fitte alla spalla destra lo bloccarono nuovamente, liberandolo in tempo per poter preparare i Mondiali in vasca corta dove sarebbe arrivato un bene augurante bronzo. Detti arriva a Riccione con una preparazione accurata alle spalle e fa scattare il suo assalto al tris di gare iridate: 400, 800 e 1500 stile libero, con l’aggiunta della staffetta 4×200 che ha tutte le potenzialità per disputare una finale iridata ed è giusto non porre limiti alla provvidenza.

Un progetto ambizioso ma non nuovo per il livornese che, nelle distanze più brevi, dovrà fare i conti con i soliti noti, da Cina (Sun) e Australia (Horton) in primis, in attesa di sapere se da Stati Uniti o da qualche altra parte del mondo qualcuno sia in grado di giocarsela con i fantastici tre.

Detti si trova esattamente nelle condizioni del 2016, un infortunio e tanta inattività alle spalle e una quantità industriale di rabbia in corpo da scaricare in acqua. Tutti sanno come andò a finire a Rio prima e Budapest poi. Se si crede a corsi e ricorsi storici, ma anche se non ci si crede, si può sognare in grande perché Gabriele Detti ha classe e forza da vendere ed è entrato nella fase della maturità fisica (24 anni) con tanti traguardi ancora da centrare.

Chi, nella fase della maturità, è entrato da un po’ è Gregorio Paltrinieri che in carriera ha già vinto tutto quello che c’era da vincere ma non è uno che cede all’appagamento, anzi rilancia. Il 2018, è vero, non è stato generoso in termini di risultati: le due medaglie, argento e bronzo di Glasgow, sono figlie della sfortuna (l’attacco influenzale poco prima dei 1500) e di una preparazione diversa dal solito a causa dello stage “sabbatico” in Australia. Giusto così: era necessario ricaricare le pile in vista di altri due anni durissimi e i rimpianti devono essere messi da parte. L’operazione di ricarica delle batterie passa anche attraverso la scelta di dare l’assalto all’unica medaglia che manca ancora al palmares di Greg, quella della 10 km in acque libere. Dovesse arrivare l’oro, la leggenda sarebbe completata ma anche in caso di podio, Paltrinieri potrebbe essere molto soddisfatto perché il fondo è un terreno minato con mille variabili e tanti rivali di qualità e già la qualificazione (che si ottiene in primis attraverso la gara Mondiale di Gwangju) è tutt’altro che semplice ma i lavori sono in corso e Paltrinieri è un atleta che quando si mette una cosa in testa di solito riesce a centrare l’obiettivo.

L’obiettivo di questa stagione che parte ufficialmente da Riccione è quello di tornare re anche in piscina. L’ucraino Romanchuk ha mostrato di essere forte ma non un vincente assoluto, mollando la presa ad esempio nei 1500 continentali. L’avversario numero uno sarà ancora lui ma pure il campione continentale della distanza più lunga e specialista delle acque libere, il tedesco Wellbrock, è tutt’altro che da sottovalutare e, sulle distanze lunghe in piscina, quest’anno Paltrinieri avrà un rivale in più che si chiama Gabriele Detti. Insomma, il terreno è minato un po’ ovunque e c’è da capire se Greg sarà costretto a rinunciare a qualcosa nelle gare in piscina da concedere all’avventura in acque libere, sia in termini di energie spese, sia in termini di impostazione della gara: lui un finisseur non lo sarà mai ma per avere chance di medaglia nella 10 km dovrà in parte lavorare molto anche su questo aspetto. Le incognite non mancano ma Gregorio Paltrinieri parte dal piedistallo altissimo di chi ha già vinto tutto almeno una volta e a rincorrere per raggiungerlo devono per forza essere gli altri.

 

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Foto: Gian Mattia D’Alberto

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