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Nuoto, la possibile squalifica di Andrea Vergani: questione di etica sportiva

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Siamo in procinto di gustare le cibarie del pranzo di Pasqua e si cercherà di godere delle varie prelibatezze senza esagerare per non mettere a repentaglio la prova costume. Fisico ben allenato e rigore ferreo sono i requisiti per gli atleti di alto livello, per massimizzare il risultato ed esprimere il 100% delle proprie qualità in gara. Nel nuoto, sport di pura prestazione per eccellenza, la cura dei particolari è ancor di più un fattore discriminante perché capace di regalare o togliere centesimi di secondo funzionali ad un successo piuttosto che ad un insuccesso.

Una premessa lunga per parlare del caso degli ultimi giorni, ovvero della positività alla cannabis di Andrea Vergani. Stando a quanto hanno appurato i controlli nel corso degli ultimi Assoluti primaverili tenutisi a Riccione, il campione italiano dei 50 stile libero (detentore del secondo tempo al mondo nel 2019) presentava nel proprio organismo una concentrazione superiore ai 150 ng/ml. Il THC Metabolita, la sostanza incriminata, potrebbe costar caro al 21enne nativo di Milano. La sospensione cautelare è scattata immediatamente e la squalifica potrebbe essere dai quattro ai sei mesi, cosa che lo estrometterebbe dai Mondiali 2019, programmati dal 21 al 28 luglio a Gwangju, in Corea del Sud.

Le reazioni rispetto ad un caso del genere hanno spaccato l’opinione pubblica: da un lato c’è una posizione volta a “minimizzare” l’accaduto dal momento che secondo i medici il guadagno in termini di prestazione è prossimo allo zero (l’unico beneficio è una leggera riduzione dell’ansia con possibili cali di lucidità); dall’altro un discorso di mera etica sportiva. Secondo i sostenitori del primo “partito” i veri casi di doping sarebbero altrove visto che in questo caso si parla di una “leggerezza grave” assai diversa dall’assunzione di stimolanti di altro genere.

Resta il fatto però che l’uso della cannabis in ambito sportivo è da sempre vietato a prescindere dagli effetti, come ricorda l’altra “fazione”. La vita di un professionista di questo livello, dunque, contempla oneri e onori, con conseguenze esemplari in tali situazioni. Ed è proprio a ciò che il possibile provvedimento della WADA potrebbe legarsi. Una questione etica a cui gli sportivi di alto livello devono o dovrebbero rispondere sempre senza eccezioni, specie in una realtà come il nuoto che vuol avere un’attenzione crescente. Le conseguenze, quindi, dell’agire di Vergani potrebbero essere importanti al di là del fatto in sé. Non resta che attendere gli sviluppi.

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Foto: OA Sport 

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