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Superbike, GP Aragon 2019: la nuova Ducati e un dominio tecnico evidente sulla Kawasaki. Bautista guida la rinascita di Borgo Panigale

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Il campionato mondiale Superbike 2019 non poteva cominciare meglio per la Ducati e per il suo rookie Alvaro Bautista, reduce da 17 stagioni nel Motomondiale, delle quali le ultime 9 in MotoGP. La superiorità della nuova Rossa di Borgo Panigale è stata letteralmente abissale: nelle quattro gare “classiche” disputate finora, le due di Phillip Island, in Australia, e le due di Buriram, in Thailandia, il vantaggio di Bautista è oscillato dagli 8 ai 14 secondi. Peraltro il secondo classificato è stato sempre il medesimo, il vincitore degli ultimi quattro titoli iridati Jonathan Rea con la sua Kawasaki, ma anche nelle due Superpole Race, la novità di quest’anno che si disputa alla mattina prima di gara-2 sulla distanza più breve di dieci giri, il 34enne castigliano non ha concesso nulla, se non due volte il giro più veloce, al 32enne nordirlandese.

Una superiorità che si spera possa continuare anche sul bellissimo tracciato spagnolo di Aragon nel weekend che sta per arrivare. Un po’ più lontani invece i due compagni di squadra di Bautista e Rea, il ducatista Chaz Davies, che non ha mai fatto meglio del settimo posto ma che ad Aragon ha sempre fatto faville, e il pilota della “verdona” Leon Haslam, due volte terzo in Australia nella Superpole Race e in gara due e sesto nella classifica generale. Dietro a Bautista e Rea in graduatoria ci sono ben tre piloti Yamaha: nell’ordine il britannico Alex Lowes, tre terzi posti per lui in Thailandia, l’olandese Michael van der Mark, e il migliore degli italiani ma anche dei piloti indipendenti, Marco Melandri, altro veterano di lunghissimo corso, strepitoso terzo in gara-1 a Phillip Island.

Settimo in classifica generale è il suo compagno di squadra Sandro Cortese, italo-tedesco, mentre gli altri italiani in graduatoria sono Michael Ruben Rinaldi, ottavo, e Alessandro Delbianco, diciottesimo, anche loro piloti indipendenti rispettivamente in sella ad una Ducati e ad una Honda. Come dicevamo all’inizio, la superiorità del binomio Bautista-Ducati è stata nettissima e tutto questo è di buon auspicio per le prossime gare, ma soprattutto in chiave titolo iridato: il Mondiale è ancora lunghissimo, mancano ancora 11 tappe e 33 gare, ma la speranza che l’alloro della Superbike possa tornare a Borgo Panigale otto anni dopo il trionfo di Carlos Checa (2011) è tutt’altro che una chimera.

 

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Foto: Shutterstock

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