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Tennis, da Jannik Sinner a Lorenzo Musetti e Giulio Zeppieri. Una nuova generazione azzurra da coltivare con cura
Non c’è dubbio che da almeno un anno a questa parte sia un momento molto positivo per il tennis maschile italiano, che negli ultimi 35 anni, dopo il ritiro dei “moschettieri” della Coppa Davis nel 1976, è stato molto spesso, se non quasi sempre inferiore come movimento rispetto a quello femminile. Ora tocca alle ragazze soffrire un po’, dopo il ritiro di Francesca Schiavone, Roberta Vinci e Flavia Pennetta e invece tra i ragazzi ci sono dei giovani di qualità già affermati e qualcuno che può ricalcare le loro orme.
Lasciando perdere i veterani come Andreas Seppi e Fabio Fognini, quest’ultimo alla caccia dei top ten dopo il trionfo di Montecarlo, gli occhi sono puntati su due rampanti come Matteo Berrettini e Lorenzo Sonego, il primo freschissimo vincitore a Budapest del suo secondo torneo ATP dopo quello di Gstaad dell’anno scorso, il secondo che ha fatto altrettanto nel Principato di Monaco arrivando nei quarti di finale; inoltre non bisogna dimenticare Marco Cecchinato, esploso nell’ultimo anno in particolare con la clamorosa semifinale al Roland Garros ma anche con le vittorie a Budapest e Umago nel 2018 e a Buenos Aires lo scorso febbraio.
Ma più indietro ci sono almeno tre giovanissimi, nati negli anni 2000, che sono in possesso di indubbie qualità: Jannik Sinner, Lorenzo Musetti e Giulio Zeppieri. Del primo abbiamo parlato spesso: nato il 16 agosto 2001, è di San Candido, in Alta Val Pusteria, è allenato da Andrea Volpini, della premiata scuderia di Riccardo Piatti, e quest’anno ha vinto il Challenger di Bergamo e i Futures di Trento e Santa Margherita di Pula. Non solo: a Budapest viene ripescato come lucky loser e passa un turno nel suo primo torneo nel circuito maggiore dell’ATP prima di cedere al serbo Laslo Djere ma grazie a questa prestazione è entrato per la prima volta nei primi 300 del mondo, al numero 298.
Il più giovane di questi tre ragazzi è Musetti, nato il 3 marzo 2002 a Carrara, che forse è il più conosciuto perché a livello juniores ha vinto l’ultimo Australian Open ed è stato finalista all’ultimo US Open. Si allena al Centro Tecnico di Tirrenia insieme a Filippo Volandri, responsabile del centro, e a Simone Tartarini, gioca il rovescio a una mano, caratteristica non molto comune nel tennis contemporaneo, e nei Challenger di Sophia Antipolis, Barletta e Francavilla ha conquistato i suoi primi punti validi per la classifica mondiale arrivando alla posizione numero 455. Sinner e Musetti non potrebbero essere più diversi e il loro gioco rispecchia il loro carattere: Jannik è un formidabile martellatore da fondocampo che bada al sodo, Lorenzo cerca di variare spesso il suo gioco con palle corte e serve and volley.
C’è poi Zeppieri, indubbiamente il meno conosciuto dei tre, semifinalista all’ultimo Australian Open quando ha perso in due set proprio da Musetti, e quartofinalista all’ultimo US Open di categoria: nato il 7 dicembre 2001 a Roma, mancino, si allena con Piero Melaranci alla Capanno Tennis Academy di Latina e per ora è molto più lontano dai riflettori di quanto siano Sinner e Musetti, ma c’è chi garantisce che arriverà in alto grazie al suo servizio bomba mancino e al suo rovescio bimane, intanto anch’egli è entrato nella classifica ATP (attualmente è numero 513) con i punticini racimolati a Barletta e Francavilla.
A noi non resta che aspettare che questi tre ragazzi crescano con gradualità e che vengano coltivati con cura e senza bruciarli troppo presto, ma anche noi dobbiamo essere bravi a non aspettarci tutto e subito da loro. Di sicuro, tutti e tre hanno le potenzialità per affiancare gli attuai big del tennis italiano. E se son rose, fioriranno.
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Foto: Lev Radin / Shutterstock