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Tennis, Jannik Sinner un ragazzo dal sicuro talento. Ora si eviti un nuovo ‘caso Quinzi’

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Con molti sciatori che sono approdati alla Nazionale azzurra ha molti punti in comune: il fatto di essere altoatesino e di essere molto tranquillo e determinato, forse anche più di loro, con le idee già ben chiare in testa su dove vuole arrivare. E del resto fino a 13 anni ha praticato principalmente lo sci alpino, ottenendo ottimi risultati specialmente in gigante, mentre il tennis lo considerava solo un hobby. Poi si è reso conto che sulla neve ci si poteva fare parecchio male, e soprattutto farsi male più di una volta, e quindi ha scelto la racchetta. Questo è Jannik Sinner, nato il 16 agosto 2001 a San Candido, in Alta Val Pusteria, secondo la scheda del sito ufficiale ATP alto 185 cm per 68 kg: è lui, secondo molti osservatori, la nuova grande promessa del tennis maschile italiano.

Papà Hanspeter e mamma Sieglinde lavorano in un rifugio della Val Fiscalina rispettivamente come cuoco e come cameriera, e sono stati inizialmente restii al fatto che Jannik li lasciasse per tentare la carriera da tennista professionista. Sinner infatti è stato notato nell’estate del 2014 durante il Challenger di Ortisei da Massimo Sartori, il guru di Andreas Seppi, col quale viene inevitabilmente il paragone: anche lui altoatesino, anche se di una zona completamente diversa, Caldaro, anche lui ex buonissimo sciatore, ma qui gli accostamenti, come vedremo, si fermano. Sinner ha giocato un’ora con Sartori e lo ha fatto uscire dal campo letteralmente morto, parole sue, rilasciate a tennisitaliano.it.

Così Sinner, che fino a quel momento si allenava con due ottimi maestri come Heri Mayr e Andrea Spizzica, si è trasferito a Bordighera, al Piatti Tennis Center, dove lavora sotto la guida di Andrea Volpini e la supervisione del titolare del centro, Riccardo Piatti, e di Sartori. La sua crescita è graduale: fa il suo debutto nel circuito professionistico il 12 settembre del 2015, a 14 anni, disputando senza successo le qualificazioni del Future Croatia F16. Il 31 gennaio 2018, a 16 anni e 5 mesi, vince il suo primo incontro nel tabellone principale di un torneo professionistico, nel Future Egypt F3 di Sharm El Sheikh, entrando così nella classifica mondiale ATP il 12 febbraio 2018.

Nel febbraio di quest’anno Sinner comincia a fare il salto di qualità: arriva in semifinale nel Future di Aqtobe, in Kazakistan, poi beneficia di una wildcard per il Challenger di Bergamo (cemento indoor) che vince cedendo due soli set in sei incontri in cui affronta avversari tutti più avanti di lui in classifica, travolgendo in finale il 24 febbraio l’altro italiano Roberto Marcora per 6-3 6-1, dopo aver fatto lo stesso nei quarti con Gianluigi Quinzi e in semifinale col francese Tristan Lamasine, entrambi battuti 6-2 6-3. Sinner diventa così, a 17 anni e mezzo, il più giovane italiano di sempre a vincere un torneo Challenger.

La settimana successiva fa il bis a Trento, sempre su cemento indoor ma in un Future: altra wildcard concessagli e altri cinque incontri vinti, perdendo un solo set, che portano il suo totale di partite consecutive vinte a 11, e a 14 su 15 in tre settimane: nella finale ha ragione del tedesco Jeremy Jahn per 6-3 6-4 e porta in bacheca il suo primo titolo ITF. A Santa Margherita di Pula, dimostrando di non aver perso niente della forma di un mese fa, intasca un altro titolo ITF nel Future della località in provincia di Cagliari, rispettando stavolta il ruolo di testa di serie numero 1 e demolendo in finale il numero 2 del tabellone, Andrea Pellegrino, con un doppio 6-1. Nella classifica mondiale ATP Sinner da oggi è numero 319 del mondo, il suo miglior ranking.

A differenza di Seppi, che all’età di Sinner era già una grande promessa ma che ha impiegato 4-5 anni per essere fisicamente pronto per il tennis ai massimi livelli, Jannik appare decisamente meglio strutturato: la potenza fisica e dei colpi non gli mancano, i due fondamentali da fondo campo fanno paura, specialmente il rovescio, e lo staff tecnico lo spinge anche ad andare a rete per chiudere il punto quando è necessario.

Jannik, come abbiamo detto, sembra avere le idee piuttosto chiare: è consapevole di avere le qualità per arrivare molto in alto, e non è contento quando, pur vincendo una partita, sente di non aver giocato al meglio. Allo stesso tempo è perfettamente consapevole, cosa non proprio comune per un ragazzo della sua età, che non potrà giocare sempre al livello in cui ha giocato a Bergamo. Insomma, le qualità tecniche e umane per fare una grande carriera, forse ancora migliore di quella di Seppi, arrivato al numero 18 del mondo all’inizio del 2013, ci sono tutte.

Inoltre può aver aiutato la sua crescita il fatto che abbia giocato pochissimo a livello junior, a differenza di molti suoi connazionali, in particolare il succitato Quinzi (altro sciatore mancato!), atteso come un autentico fenomeno dopo le vittorie al Bonfiglio del 2012 e a Wimbledon nel 2013 ma che poi si è perso fino a cominciare a risalire lentamente la china e a vincere due Challenger nel 2018 a Francavilla e a Mestre. Seguiremo gli sviluppi della carriera dell’altoatesino e soprattutto non vogliamo dargli del fenomeno prima di averlo visto all’opera con i top player ma il ripetersi di un ‘caso Quinzi‘, per il suo modo di approcciare il tennis e per la qualità dello staff che lo segue, sembra improbabile.

 

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Foto: Pagina Facebook Jannik Sinner

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