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Ciclismo

Alberto Volpi, ds Bahrain Merida: “Vincenzo Nibali è determinato per il Giro d’Italia. Pozzovivo sta meglio. Bernal e Yates ossi duri”

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Manca poco più di una settimana all’appuntamento clou di questa prima parte di stagione: il Giro d’Italia 2019. Le squadre si stanno preparando e così sta facendo anche la Bahrain Merida che fra classiche e brevi corse a tappe sta completando la marcia di avvicinamento verso la Corsa Rosa. Vincenzo Nibali sarà l’uomo di punta di una formazione che partirà sicuramente per ben figurare e se possibile far alzare le braccia al cielo al suo capitano sul traguardo finale di Verona. Con il ds Alberto Volpi abbiamo provato a capire quale sarà la filosofia di corsa della squadra nelle prossime settimane e quali sono i dettagli che potrebbero fare la differenza su un tracciato spettacolare e al tempo stesso selettivo.

Alberto, la prima cosa che le chiediamo è di tracciare un bilancio su questa prima parte della stagione per la sua squadra, fra classiche e brevi corse a tappe.
Senz’altro non è un bilancio positivo, perchè non abbiamo nel nostro paniere molte vittorie. Anche se abbiamo avuto qualche infortunio non bisogna accampare scuse, abbiamo raccolto solo due affermazioni. E’ stato quindi un inizio difficile: a sprazzi siamo andati bene, come nella Sanremo e alla Liegi, ora però ci attende un Giro dove dobbiamo essere protagonisti. Non dico “per forza di cose”, ma da quello che si è intravisto con Vincenzo siamo fiduciosi“.

Ha parlato della Corsa Rosa: una rassegna che sta diventando sempre di più prestigiosa, dove le grandi firme son sempre più presenti. Da addetto ai lavori ha la sensazione di una netta crescita della kermesse italiana negli ultimi anni?
Rispetto alle altre grandi corse a tappe, il Giro è quello che negli ultimi anni è progredito di più rendendo il percorso molto appetibile sia per i corridori sia per il pubblico, e quando parlo di quest’ultimo aspetto mi riferisco anche alle persone che non sono appassionate di ciclismo. L’organizzazione ha fatto un passo in avanti importante per catalizzare le attenzioni e ci sta riuscendo nel migliore dei modi“.

Entriamo adesso un po’ più nello specifico della sua squadra, la Bahrain Merida: come sta Pozzovivo?
Domenico ha patito una brutta caduta alla Freccia-Vallone e purtroppo quest’anno è già la terza volta che incappa in episodi del genere dopo l’Australia e l’Oman, dove però è riuscito a concludere la gara al secondo posto della classifica generale. Adesso, come ci ha abituato tante volte, sta però migliorando giorno per giorno. Si presenterà al Giro come scudiero fedele e all’altezza della situazione per Vincenzo Nibali“.

Da Pozzovivo passiamo a Caruso: quale sarà il suo ruolo in corsa e cosa dobbiamo aspettarci da lui?
Come Domenico, sarà un punto di riferimento per Nibali, soprattutto nelle tappe di montagne. Sono gli uomini di maggior esperienza, insieme al nostro capitano. Saranno determinanti anche per il resto della squadra“.

Arriviamo a Vincenzo Nibali. Lo abbiamo visto assai pimpante al Tour of the Alps e qualcuno ha paradossalmente storto il naso perchè è parso in forma in maniera “troppo anticipata”. Riuscirà a mantenere questo status sino al termine del Giro?
Io credo che lui abbia voluto accelerare un po’ la sua preparazione perchè all’inizio delle ventuno tappe in programma ci sarà già una cronometro che richiede una buona condizione: la scalata del San Luca non è quella del Pordoi, ma si possono guadagnare o perdere tranquillamente 15 o 20 secondi nei confronti dei competitor.
Vincenzo è determinato: rispetto all’anno scorso ha disputato meno corse e quindi ha avuto un dispendio di energie minori. Ha fatto un cammino più graduale e tutti ci aspettavamo di vederlo già battagliare al Tour of the Alps, dove però non c’erano tutti gli avversari che poi ci saranno al Giro. Avere mostrato una buona condizione significa tanto, ma non significa tutto“.

Che tipo di corsa vorrete disputare durante l’arco delle tre settimane: cercherete di prendere il controllo della gara, inserirete degli uomini nelle fughe o starete più coperti adattandovi di volta in volta a ciò che succederà?
Il crono-prologo iniziale, considerando il finale impegnativo, assegnerà subito il primo posto il classifica a un corridore di una certa levatura e di conseguenza la squadra che avrà l’onere e l’onore di difende il primato vorrà controllare la corsa. Chi veste la maglia rosa, come visto in passato, di solito non vuole cederla e di conseguenza diventa importante stare attenti a capire come si muoveranno le altre formazioni in gruppo. E’ chiaro poi che ci sono varie dinamiche legate anche agli arrivi delle singole tappe: noi, di giorno in giorno, prenderemo le nostre responsabilità a seconda del caso“.

Abbiamo fatto dei riferimenti alla scalata del San Luca presente nella prima tappa e alla possibile terza settimana. C’è una frazione invece particolarmente insidiosa dove magari non si vince il Giro, ma lo si può perdere?
In realtà il Giro lo si può perdere ovunque, per disattenzione, anche nella tappa di Orbetello (fa capire in maniera esemplificativa, ndr). Agli uomini di classifica non sono concesse distrazioni: alla fine vincerà sempre il più forte, ma se ci dovessero essere degli scarti minimi vincerà invece chi di errori ne commetterà meno. Lasciare sul campo pochi secondi alla fine potrebbe voler dire vittoria o secondo posto, podio o quarto posto. Il leader e la squadra che lo circonda devono stare sempre attenti“.

Ultima domanda: c’è un avversario o una squadra che teme particolarmente?
L’Astana è una formazione che ha dimostrato, sin dall’inizio dell’anno, di essere competitiva su ogni tipo di terreno. Le individualità da tenere d’occhio invece potrebbero essere Bernal e Yates, i quali potrebbero fare più di altri la differenza“.

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Foto: Pier Colombo

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