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Basket: caos in Grecia, l’Olympiacos rifiuta di giocare il derby con il Panathinaikos nei playoff e sarà retrocesso. Storia di una brutta vicenda

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E’ una brutta vicenda che non ha un lieto fine, quella che coinvolge le due rivali storiche del basket greco, Olympiacos e Panathinaikos. L’ultimo capitolo ha un sapore che si fa fatica anche solo a immaginare: i Reds, una volta viste le designazioni di gara-1 dei quarti di finale dei playoff per il titolo greco proprio contro la compagine allenata da Rick Pitino, hanno deciso di non scendere in campo. Siccome l’Olympiacos è recidivo, scatta in automatico la retrocessione nella seconda lega greca.

La vicenda parte dalla scorsa metà di febbraio. Neanche a dirlo, derby a OAKA, casa abituale del Panathinaikos. All’intervallo, sul 40-25, l’Olympiacos, per ordine diretto del presidente Aggelopoulos, decide di non rientrare in campo per protesta contro l’arbitraggio. Nei minuti che si susseguono, non privi di tensione, tra i tanti episodi si segnala quello legato al presidente del PAO, Giannakopoulos, che rientra sul parquet e posiziona sulla panchina dei Reds uno slip da donna rosso. Dalle parti del Pireo arriva la richiesta di non giocare più con arbitri greci, ma solo con stranieri, ad ogni confronto con i rivali ateniesi.

La vicenda arbitrale si allarga a macchia d’olio: il Panathinaikos, non senza un velo di ironia, risponde che vuole arbitri cinesi. Quelli greci, per tutta risposta, minacciano di ritirarsi in caso di derby diretto da stranieri. A metà marzo, l’Olympiacos minaccia di lasciare del tutto la lega greca per trasferirsi in ABA Liga, l’attuale nome della Lega Adriatica, che raccoglie club dei Paesi dell’ex Jugoslavia. Il Panathinaikos risponde, in sostanza, che rincorrerà per mare e per terra i Reds per batterli sul campo, minacciando dunque di iscriversi anch’essi all’ABA Liga. Frattanto la Federazione greca designa arbitri locali per il derby del 17 marzo, già a rischio di suo perché c’è anche quello del calcio, e a quel punto l’Olympiacos non vuol saperne di scendere in campo. Promessa mantenuta: ad Atene parte la presa in giro via Twitter con “Error 404: Opponent not found”. Conseguenza: -6 in classifica.

Finita? No, perché a maggio succede di tutto: tifosi dell’Olympiacos si radunano sotto la casa dell’arbitro Anastopoulos, “reo” di essere uno dei tre incriminati del derby interrotto e di essere anche stato designato per il match contro il Promitheas, lanciando una bomba molotov contro la sua abitazione. Frattanto, il Panathinaikos a sua volta non scende in campo contro il Kymis per protesta contro tutte le prevaricazioni messe in atto dai loro rivali contro tutto e tutti. Risultato: penalizzazione anche per i verdi, AEK Atene di Luca Banchi primo in classifica e scontro tra le due grandi potenze del basket greco ai quarti, visto che i due -6 le hanno collocate al terzo e sesto posto.

Questo, almeno, è quello che si sperava sarebbe successo, anche con il rinvio dei playoff a causa di tutto il caos generato dalla vicenda. Invece, la storia finisce male. L’Eurolega non dovrebbe, comunque, ritirare la licenza all’Olympiacos, e tenterà di adattare il proprio regolamento alla situazione, come ha spiegato a Vitoria il suo grande capo Jordi Bertomeu.

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federico.rossini@oasport.it

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Credit: Ciamillo

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