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Calcio
Calcio femminile, Milena Bertolini lancia le azzurre verso il Mondiale: “Saremo umili ma spensierate, vogliamo stupire”
Sogni e speranze per il Commissario Tecnico della Nazionale Italiana di calcio femminile Milena Bartolini ad un mese esatto dall’esordio ai Mondiali 2019. Le azzurre, che torneranno a prendere parte alla rassegna iridata a distanza di vent’anni dall’ultima occasione, hanno cominciato il raduno di preparazione a Firenze e si apprestano ad affrontare un mese inteso e fondamentale per presentarsi al meglio in occasione del grande appuntamento. L’allenatrice italiana si è confessata in una lunga intervista alla Gazzetta dello Sport mettendo subito in chiaro le ambizioni della squadra: “Cinque-sei anni fa non avrei mai immaginato di essere qui a preparare un Mondiale. Certo, chi non vorrebbe vincerlo? E chi non vorrebbe qualificarsi per le Olimpiadi, ma soltanto le migliori tre europee ci andranno. Bisogna procedere per gradi. Il primo obiettivo è passare il turno“.
Le prime parole esprimono anche la soddisfazione per un movimento in netta crescita dopo un periodo decisamente complesso, una rinascita avvenuta sicuramente grazie agli investimenti delle società ma anche ai risultati della Nazionale: “Lavoro con tanta passione. Il Mondiale è un punto di partenza per la promozione del calcio femminile in Italia, ma lo sviluppo del movimento non deve dipendere dai risultati della Nazionale. Il vero obiettivo deve essere quota centomila giocatrici, in tutta Italia. Siamo sulla buona strada, però non si può pensare di annullare in quattro anni un periodo buio di 15. Questa qualificazione è frutto di un lavoro di squadra, della Federcalcio che ci ha creduto, dei grandi club che hanno portato le risorse economiche che non c’erano, delle giocatrici, soprattutto, che negli ultimi anni hanno potuto fare esperienze internazionali e sono cresciute“.
Bertolini ha presentato anche il girone delle azzurre, non così semplice come si sarebbe potuto pensare inizialmente: “Abbiamo Brasile, Australia e la Giamaica che è una squadra al debutto, ma molto fisica. Sappiamo quanto la fisicità incida in questo momento nel calcio femminile: all’estero ci sono giocatrici che si allenano 5-6 volte la settimana da quando avevano 13 anni, qui ci sono ragazze che hanno cominciato ad allenarsi come professioniste a 20-22. Non è un gap che si riduce facilmente“. Le parole di motivazione nei confronti delle giocatrici non sono mancate: “Voglio un’Italia umile e spensierata, capace di apprendere ogni giorno, in cui tutte si aiutano, ma le ragazze lo fanno“. Il Commissario Tecnico ha parlato dei propri maestri in panchina (Zeman e Ancelotti) e della propria esperienza personale nell’avvicinarsi al mondo del calcio: “È una passione che ho sempre avuto, senza idoli maschi. Mi piacevano invece Sara Simeoni e Tiina Lillak, la giavellottista. Da giocatrice mi immedesimavo un po’ in Rivera, forse per via di una padre milanista“.
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roberto.pozzi@oasport.it
Foto: Lisa Guglielmi / LivePhotoSport