Formula 1
F1, Antonio Giovinazzi continua a non ingranare. Serve una scossa immediata per meritare la riconferma
Il Mondiale 2019 della F1 è entrato con l’appuntamento catalano appena conclusosi nel classico trittico pre-estivo che dal 2011 lo accompagna fedelmente verso la sua fase più calda: Spagna, Monaco e Canada. Visti i risultati dei test di febbraio, le aspettative attorno all’Alfa Romeo erano sicuramente elevate, l’ex Team Sauber aveva mostrato, esattamente al pari dei cugini della Scuderia Ferrari, di avere una grande sintonia col proprio progetto, confermata dagli immediati riscontri nei primi giri cronometrati. L’ingaggio di un campione come Kimi Raikkonen aveva poi ulteriormente focalizzato l’attenzione attorno al team italiano e si ipotizzava, in avvio di mondiale, che lui e Antonio Giovinazzi potessero anche fungere da quarta forza stabile tra le vetture in griglia.
Quella della seconda guida era però fin dal principio la grande incognita di Alfa Romeo: un grande entusiasmo aveva accolto la notizia del ritorno sulla griglia di un pilota italiano per la prima volta dal lontano 2011, anno del ritiro di Jarno Trulli e di Vitantonio Liuzzi, e quel velocissimo pugliese che da due anni scalpitava nel box Ferrari come terza guida sembrava reincarnare alla perfezione il coronamento dei sogni dei tantissimi tifosi del bel paese. Il venticinquenne di Martina Franca ha sempre dimostrato di avere velocità da vendere e dopo la brevissima (troppo) parentesi concessagli a inizio 2017, quando ha avuto la possibilità di sostituire il dolorante Pascal Wehrlein (ancora con Team Sauber) e di disputare i primi due GP, sembrava arrivato il momento perfetto.
Le cose, però, non sono cominciate affatto come il team si aspettava: il valore effettivo della monoposto si è rivelato ben al di sotto di quello delle rosee aspettative formulate a febbraio e sono sorte in poco tempo difficoltà di trazione nelle curve lente molto simili a quelli del Cavallino, accompagnati da non pochi problemi di affidabilità vari che ne hanno condizionato l’andamento nei primi Gran Premi. L’esperienza di Raikkonen, in questo, si è fatta sentire parecchio, il finlandese è riuscito ad entrare in Top 10 nei primi quattro round stagionali, racimolando tredici punti d’oro che stanno permettendo al team di essere in piena corsa nella battaglia di centro gruppo, molto vicina a Racing Point e Haas, e davanti alla deludentissima Renault.
La situazione personale di Giovinazzi non procede tanto diversamente da quella del suo team, la casellina accanto al suo nome in classifica recita ancora zero e fin dall’Australia le sue prestazioni sono state molto negative, anche e soprattutto se paragonate a quelle del compagno di squadra. Il classe 1993 sembra al momento allontanarsi gara dopo gara dalla riconferma per la prossima stagione, anche se per la verità i molti problemi tecnici sono la principale causa che gli ha impedito di raggiungere i tanto agognati primi punti, inconvenienti che ne hanno condizionato soprattutto le qualifiche costringendolo a partire spesso dal fondo; a Baku un auspicato cambio di rotta al sabato lo aveva portato convincentemente fino al Q3 ma il weekend si è rivelato l’ennesimo buco nell’acqua per via del cambio della centralina sulla sua vettura (con conseguenti dieci posizioni di penalità) e di una strategia erronea durante la corsa.
I lampi mostrati in questa stagione dal talento pugliese sono stati fino a qui molto meno numerosi delle ombre e anche se Alfa Romeo continua a dichiararsi pienamente convinta delle sue potenzialità, è risaputo che la F1 sia un mondo spietato dove le cose possono cambiare davvero in fretta; diventa quindi vitale che Antonio trovi al più presto la via dei punti, per togliersi un po’ di pressione di dosso e dimostrare alla critica di meritare il sedile sul quale è seduto.
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