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Formula 1

F1, GP Monaco 2019: Charles Leclerc, un talento senza controllo? Lo spirito combattivo piace ma….

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Dopo i 78 giri del GP di Monaco alzi la mano chi avrebbe potuto immaginare una gara così ricca di spunti. Si temeva un trenino di macchine incolonnato e invece qualcosa di bello si è visto. E’ vero, ha vinto sempre la Mercedes, con Lewis Hamilton che rafforza il suo primato in classifica e dedica il successo a Niki Lauda. Una corsa magistrale del britannico ma sofferta, tenendo botta agli attacchi dell’olandese Max Verstappen molto aggressivo, anche perché gravato dalla penalità di 5″. L’attacco disperato all’ingresso della variante del Porto è stato coraggioso ma non ha sortito effetti e anzi…avrebbe potuto portare a delle conseguenze negative.

Coraggio e voglia di imporsi che non sono mancate a Charles Leclerc. Il pilota della Ferrari, sulle strade di casa, era atteso ma il riscontro finale è stato negativo: ritiro e zero punti. Una gara chiaramente viziata dal grosso errore del box nel corso delle qualifiche, che ha condannato il racing driver del Principato a partire dalla quindicesima casella (non sedicesima per la penalizzazione ad Antonio Giovinazzi). Charles allora ci ha provato, sciorinando dei sorpassi in stile “Gilles Villeneuve” e superando al tornante della vecchia stazione la McLaren del britannico Lando Norris e poi alla Rascasse la Haas del francese Sebastien Grosjean. Qualcuno potrebbe dire dal divano: “Facile con una macchina superiore“.

Un’affermazione discutibile, dal momento che manovre di questo genere a Monaco sono praticamente impossibili. Ci ha fatto emozionare Leclerc ma quando poi ha tentato il bis sulla Renault di Nico Hulkenberg qualcosa è andato storto. Una foratura e il fondo danneggiato hanno vanificato una prestazione sontuosa. Tutto bello ma, alla fine, nessun punto a casa. La domanda é: valeva la pena provarci? Le versioni sono diverse e le fazioni divise tra “interventisti” e “conservatori”. Di sicuro nel corpo a corpo Charles ha dimostrato grandi qualità ma forse qualcosa da registrare c’è.

Riavvolgendo il nastro, in minima parte, le disavventure della Rossa nelle qualifiche sono legate all’agire del pilota: un giro non pulito e poi il non essersi subito presentato alla misurazione del peso sono gli aspetti da considerare. E poi, in gara, giusto cercare il sorpasso ma forse non in maniera così accanita. Il “Far West” piace ai tifosi ed ai commentatori ma alla fine della fiera c’è chi in Ferrari, disputando una corsa giudiziosa, ha portato a casa una seconda posizione che, viste le mancanze della monoposto, è tanta roba. Il riferimento al tedesco Sebastian Vettel è chiaro. C’è quindi da lavorare e da migliorare.

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