Formula 1
F1, GP Monaco 2019: Ferrari, il Mondiale è già un’utopia. Il dilemma di Maranello: insistere sulla SF90 o concentrarsi sul 2020?
E dopo la Catalogna è la volta di Montecarlo. Nel Principato, dove la prima corsa si disputò il 14 aprile del 1929 grazie allo spirito d’iniziativa di Antony Noghes (fondatore dello Automobile Club de Monaco) e la prima edizione valida per Mondiale di F1 vi fu il 21 maggio del 1950, sarà il sesto round della saga iridata e i precedenti capitoli hanno riservato ben poche soddisfazioni ai colori della Ferrari: 5-0 per la Mercedes e palla al centro o, forse, sarebbe più corretto dire gomma al centro. Sì perché le cinque doppiette consecutive della Stella a tre punte hanno in sé tante componenti e tra queste l’eccellente sfruttamento delle mescole. Le classifiche sono abbastanza impietose: Lewis Hamilton 112 punti, Valtteri Bottas 105, Sebastian Vettel 66, Max Verstappen 64 e Charles Leclerc 57; Mercedes 217 e Ferrari 121. Facendo due conti, si comprende che il differenziale tra le Frecce d’Argento e il Cavallino Rampante non sia del tutto trascurabile.
A questo punto, ci si chiede: lottare e ingegnarsi per trovare una soluzione all’enigma carico aerodinamico o già pensare al prossimo campionato? Lecito porsi domande ed entrambe le opzioni hanno un fondamento. Continuare la rincorsa è complicato ma la resa non fa parte della tradizione della Ferrari. Non è un caso che, dall’ambiente, giungano voci di possibili rivoluzioni dal punto di vista tecnico nella gestione del Reparto Corse. Di questo ne sapremo sicuramente di più. Rimanendo all’attualità, la Rossa pare disposta ad aumentare gli sforzi per migliorare una vettura che dal punto di vista aerodinamico, sposando il concetto del “poco drag”, fatica nelle curve di media-bassa velocità e non trova la corretta finestra d’utilizzo degli pneumatici. Un errore di concetto che non si può risolvere in breve tempo, legato anche al sistema delle sospensioni anteriori, probabilmente, un po’ retrogrado rispetto alla concorrenza. L’idea di un progetto 2020 da avviare, quindi, ha un senso visto e considerato il breve arco temporale, tra una gara e un’altra, che possa portare a sconvolgere l’avantreno.
Spunti e riflessioni non mancano per un appuntamento che, valutando quanto accaduto in altre sedi, appare molto complicato per la scuderia di Maranello. Il famoso t-3 a Barcellona (Spagna), così simile alle curve che troveremo a Monaco e dove la SF90 perdeva 6-7 decimi dalla W10, può essere un fattore assai preoccupante. Tuttavia, saranno da verificare le scelte d’assetto dei team, logicamente molto diverse da quella del weekend catalano. Le vetture, per questo, dovranno dotarsi di pacchetti da elevatissimo carico, in modo da avere la giusta efficienza. Inoltre sarà necessario tener conto del sistema di raffreddamento dei freni e della cura della Power Unit. Relativamente a quest’ultimo aspetto, l’erogazione della potenza ai bassi regimi sarà fondamentale. Parametri noti ai tecnici ferraristi, il cui pensiero però verterà sulla questione “downforce“. Le aspettative, per questo, non sono sono così alte e si prevede un fine settimana di sofferenza ma nel Principato non si può mai dire.
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giandomenico.tiseo@oasport.it
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