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F1, GP Monaco 2019: la tappa di Monte Carlo ai raggi X. La Ferrari potrebbe faticare sulle strade del principato

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La stagione 2019 della F1 è entrata nel periodo europeo che, ad eccezione del Canada, si protrarrà fino a settembre inoltrato, e si avvia verso il suo appuntamento più glamour, lo storico GP di Monaco. Il tracciato di Montecarlo per la massima categoria del motorsport significa un mix tra design unico e pericoloso, praticamente rimasto identico a quello ideato nel 1929, unito al fascino della località monegasca e della tradizione acquisita col passare degli anni. Ma il circuito del Principato non è solamente un mito per piloti e addetti ai lavori, lo è anche per i moltissimi tifosi perché più di ogni altro è caratterizzato da una sequenza di curve impresse nella memoria di tutti; quale appassionato di motorsport non conosce la Sainte Devote, la curva del Tabaccaio, la chicane delle Piscine o la Rascasse, per citarne solo alcune?

Andiamo ad analizzare nel dettaglio questo tracciato: il corto rettilineo principale porta alla prima curva verso destra, la Sainte Devote, si sale poi lungo il rettifilo del Beau Rivage e si giunge alla curva del Casinò, dopo la quale termina il primo settore. Le vetture superano quindi un dosso scendendo verso il Mirabeau alto e il tornante a sinistra del Loews, il più lento di tutto il mondiale, dove non si raggiungono i 60km/h; si curva a destra attraverso Mirabeau basso e curva del Portier e poi si sfreccia sotto al Tunnel dove si possono raggiungere le velocità massime di 270 km/h. Grande staccata per la chicane del Porto e nuova accelerazione verso il Tabaccaio, giungendo così ad altre due “esse” in sequenza; prima si affronta la Louis Chiron (dove termina il secondo intermedio) e poi la chicane delle Piscine, che porta i piloti verso la leggendaria Rascasse e a chiudere il giro percorrendo l’altrettanto iconica Antony Noghes.

Il prestigio del weekend di Monte Carlo non deriva però solamente dal circuito, questo è infatti anche l’unico appuntamento che vede le prove libere disputarsi al giovedì, per via di una storica tradizione mantenuta per evitare di dover chiudere le strade solitamente molto trafficate per quattro giorni consecutivi (il venerdì, infatti, vengono riaperte e tutti vi possono circolare); inoltre Monaco è l’unico GP dove non esiste il podio (o per lo meno quello classico) visto che la cerimonia post gara viene celebrata direttamente a bordo della pista nel royal box della famiglia reale, i Grimaldi. Ma le eccezioni non finiscono qui perché il circuito del Principato è anche nettamente il più corto del Mondiale, l’intero GP resta ben al di sotto della soglia minima dei 300 km imposti dal regolamento; ogni anno la federazione è così costretta a concedere la deroga per gareggiare e ha portato a 78 il numero dei giri percorsi, fatto che spesso porta l’evento a sfiorare le due ore.

Per quanto riguarda la parte meccanica bisogna prestare particolare attenzione ovviamente a freni e sterzo, gli elementi più sotto pressione. L’asfalto del tracciato è molto poco abrasivo e quindi per l’evento sono sempre portate da Pirelli le mescole più morbide a disposizione (nessuna eccezione anche quest’anno), che aiutano inoltre nel mantenere quel carico aerodinamico elevatissimo che è naturalmente necessario per muoversi agilmente tra i muretti del tortuoso disegno. Proprio per quest’ultimo motivo è difficile pensare che la SF-90 possa essere competitiva dopo i grossissimi problemi nelle curve lente e medio-lente evidenziati in tutta la stagione, con particolare riferimento a Barcellona, ma siamo nella terra del più famoso casinò d’Europa e il risultato della roulette monegasca è sempre complicato da prevedere.

Una particolarità: la prima delle due chicane del tratto finale è intitolata a Louis Chiron, un buon pilota monegasco degli anni ’50; ci sarà la possibilità di vedere nominata in futuro una zona del circuito anche per Charles Leclerc? I tifosi della Rossa possono sperare.

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Twitter: MickBrug

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Foto: Shutterstock

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