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Formula 1
F1, Sebastian Vettel su Ayrton Senna: “Ha lasciato un’impronta indelebile grazie alla persona che era”
Nel giorno delle celebrazioni del 25° anniversario della morte del brasiliano Ayrton Senna ad Imola, sono tante le testimonianze che ci sono state sul pilota brasiliano. Colleghi e tifosi hanno manifestato le loro emozioni rispetto ad un personaggio che è stato molto più di un tre volte campione del mondo di F1, capace di conquistare i cuori e di essere ricordato per sempre, di generazione in generazione.
E’ proprio legato a questo concetto che il tedesco della Ferrari Sebastian Vettel, intervistato da Auto Bild, ha parlato di Ayrton: “Mio padre era un grande fan di Senna, lo ha ammirato moltissimo. Sono nato nel 1987, non ricordo la sua carriera per intero. Il primo vero ricordo che ho riguardante la Formula Uno è stato quando Ayrton ha vinto la gara di casa in Brasile nel 1991. Ero piccolo, per me era difficile capire quell’incidente mortale. Eravamo in tanti a vedere la gara davanti alla tv. Da quel momento il mio idolo è diventato Michael Schumacher. Ho parlato con ingegneri e tecnici che hanno lavorato con lui. Uno di loro era Giorgio Ascanelli, il mio ex direttore tecnico in Toro Rosso, che era in McLaren con lui”, ha dichiarato Vettel.
Seb ha poi fornito fornito la sua chiave di lettura sulla popolarità di Senna: “Non sono stati i suoi successi a lasciare un’impronta profonda, ma la persona che era. Aveva un talento incredibile, ma era anche un ragazzo molto modesto che lo ha reso più forte degli altri. Ha vinto tre titoli, conquistando 41 vittorie e 65 pole, ma avrebbe potuto vincere ancora molto. Non è giusto dunque dire che qualcuno ha battuto i suoi record“. Il tedesco della Rossa ha poi voluto rivolgere un pensiero all’altra vittima di quel weekend maledetto ad Imola, ovvero l’austriaco Roland Raztenberg: “Non dobbiamo dimenticarci di Roland perchè anche grazie a lui la F1 è diventata più sicura“.
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