Ciclismo
Giro d’Italia 2019, Giulio Ciccone, il Re del Mortirolo: “Avevo puntato su questa tappa. Sembrava impossibile, ma la vittoria è arrivata”
In quel di Ponte di Legno brilla la maglia del leader dei gran premi della montagna di Giulio Ciccone. È lui il più forte del tappone del Mortirolo che il gruppo del Giro d’Italia 2019 ha affrontato sotto una pioggia e una nebbia, che tanto hanno ricordato le storiche imprese del ciclismo del passato. Ventiquattrenne di Chieti, il giovane della Trek-Segafredo è una delle speranze più belle del futuro del pedale tricolore, lui che si era già messo in mostra nel 2016, in cui riuscì nell’impresa di conquistare la tappa di Sestola in maglia Bardiani-CSF. Da quel momento in poi ecco la sua ascesa nell’élite degli azzurri più promettenti, e la consacrazione avvenuta in questa sedicesima frazione della 102^ edizione della Corsa Rosa.
Nel dopotappa Ciccone si è concesso ai microfoni della Rai, stremato ma soddisfatto dopo la vittoria più bella della sua giovane carriera: “Era ormai da due anni che provavo a vincere un’altra tappa al Giro. Sembrava un po’ impossibile; anche con una buona condizione non riuscivo più ad ottenere questo. Oggi è stata una giornata veramente dura, però penso al fatto che era la tappa che volevo vincere e alla fine ci sono riuscito. Sono davvero contentissimo. In cima al Mortirolo non sono riuscito a mettermi la maglia lunga perché aveva le maniche troppe strette ed io avevo i guanti bagnati; quindi non riuscivo ad indossarla. Alla fine ho rischiato il tutto per tutto e sono arrivato così”. E per quanto riguarda la mancata collaborazione da parte di Jan Hirt nel finale afferma: “Ci sono rimasto male perché alla fine abbiamo collaborato e parlato fino al Mortirolo, e l’accordo era quello di andare insieme. Poi siamo arrivati in valle a 15 km all’arrivo quando oramai ci stavamo giocando la vittoria, e lì mi ha detto che non poteva tirare. Così a quel punto mi sembrava un po’ una scorrettezza; ma alla fine è andata bene”.
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Foto: Valerio Origo