Ciclismo
Giro d’Italia 2019: i gregari che possono risultare decisivi per i capitani. Dallo squadrone Astana al duo Caruso-Pozzovivo per Nibali
Per vincere una grande corsa a tappe ci vogliono sì i valori, il talento nato, la forza giusta per affrontare a muso duro le posizioni che contano nella classifica generale, ma anche una squadra forte, unita, compatta, determinata e preparata alle proprie spalle. E qui subentra l’affascinante figura del gregario, essenziale per ogni grande capitano.
Va bene essere favoriti per la vittoria finale, ma durante le tre settimane di un Giro bisogna anche guardare le varie rose delle formazioni dei big; e quest’anno c’è una squadra che fa alquanto paura per il suo livello di esperienza e determinazione. Stiamo parlando del Team Astana, che avrà come capitano Miguel Angel Lopez e che potrà contare praticamente su tutti gli altri uomini della squadra kazaka, nessuno escluso; a partire dagli italiani Manuele Boaro, Dario Cataldo e Davide Villella. Ma attenzione agli spagnoli Ion Izagirre e Pello Bilbao, reduci da un ottimo inizio di stagione. Vanno citati anche l’esperto dei grandi giri Andrey Zeits e Jan Hirt, che ha ben figurato sia al Tour of the Alps che al Romandia.
Gruppo compatto anche per la Jumbo-Visma di Primoz Roglic, il grande favorito della vigilia. La rosa della formazione olandese passa quasi inosservata, ma in realtà è tra le squadre più unite e determinate quando si tratta di difendere la classifica generale; e lo hanno già dimostrato al recente Giro di Romandia. Roglic potrà contare in particolar modo sul supporto da parte di Laurens De Plus, che lo ha già difeso all’UAE Tour, e il giovane Antwan Tolhoek.
Passiamo alla Bahrain-Merida del nostro Vincenzo Nibali. Lo Squalo verrà supportato da uomini esperti, che corrono al suo fianco da diversi anni, sin dai tempi della Liquigas per farla breve; stiamo parlando di Valerio Agnoli, Damiano Caruso e Kristijan Koren. Questo trio ha alle spalle diversi giri, conosce perfettamente i punti forti e quelli deboli del messinese, e sarà essenziale per proteggerlo in ogni tappa, soprattutto in salita. Qui non possiamo far altro che citare Domenico Pozzovivo, del quale andrà verificata la condizione fisica dopo la caduta alla Freccia Vallone. Il lucano sa come si deve affrontare la classifica generale che ha già toccato con mano, ed è pronto a sacrificarsi appieno per cercare di arrivare alla tanto attesa vittoria finale.
C’è anche il Team Sunweb di Tom Dumoulin. L’olandese è riuscito a vincere il Giro del 2017 anche grazie al prezioso aiuto della sua formazione, dove spicca su tutti il nome di Sam Oomen che l’anno scorso ha stupito notevolmente chiudendo la Corsa Rosa al nono posto. Insomma, potrebbe essere lui il primo uomo in supporto del capitano Dumoulin. Quest’ultimo, inoltre, potrà contare anche sul prezioso aiuto del giovane trio australiano formato da Chris Hamilton, Robert Power e Jai Hindley.
Simon Yates invece, è tornato alla tanta agognata Corsa Rosa con i fedelissimi gregari della Mitchelton-Scott che lo hanno supportato lo scorso anno, fino a quella maledettissima diciannovesima tappa che lo ha mandato in crisi. Quindi attenzione a chi è capace di fare il gregario ma al contempo di ritagliarsi qualche spazio personale in possibili vittorie di tappa, soprattutto quando la strada inizia a salire. Parliamo di Esteban Chaves e Mikel Nieve, che risulteranno essenziali per il riscatto personale del britannico.
Chiudiamo con il team Movistar, che appare leggermente svantaggiato. Il capitano Mikel Landa dovrà fare i conti con Richard Carapaz, che lo scorso anno ha chiuso il Giro nientemeno che al quarto posto. L’ecuadoregno dovrà rispettare per forza di cose il ruolo del gregario per evitare un testa a testa con l’iberico, un’azione che potrebbe risultare fatale in ottica podio. Tra gli altri uomini fondamentali nelle tappe più insidiose troviamo il costaricense Andrey Amador e lo spagnolo Lluis Mas.
[embedit snippet=”adsense-articolo”]
Clicca qui per mettere “Mi piace” alla nostra pagina Facebook
Clicca qui per iscriverti al nostro gruppo
Clicca qui per seguirci su Twitter
@lisa_guadagnini
Foto: Lapresse