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Ciclismo
Giro d’Italia 2019, il Mortirolo ai raggi X. Una delle tre salite più dure in Europa. Pendenza asfissiante, ascesa infernale
La lotta per la conquista del Giro d’Italia 2019 è ormai entrata nel vivo e la battaglia tra gli uomini di classifica ha movimentato in maniera spettacolare ed appassionante le ultime tappe. Soltanto nella terza settimana però le montagne si prenderanno davvero la scena, a partire dalla tappa di domani, la più attesa della corsa nonostante l’assenza del Passo Gavia, il cui punto focale sarà il Mortirolo, una delle tre salite più impegnative d’Europa insieme allo Zoncolan e all’Angliru. Sarà la quattordicesima volta nella storia del Giro d’Italia che il gruppo si troverà di fronte questa terrificante e spaventosa salita, percorsa per la prima volta nel 1990. Tra le imprese più belle impossibile non citare la fuga in solitaria di un giovane Marco Pantani nel 1994 oppure le due vittorie nella classifica generale costruite proprio sulle sue pendenze asfissianti da Ivan Basso nel 2006 e nel 2010. Lo scenario sarà perfetto per una battaglia epica e soltanto il più forte potrà scrivere il proprio nome nella leggenda.
Il profilo altimetrico del Mortirolo è quanto di più simile ad una linea verticale sia possibile immaginare per una salita da affrontare in bicicletta con cifre terrificanti, dove soltanto autentici fuoriclasse possono pensare di fare la differenza: 11.9 km al 10.9% di pendenza media, con 1289 metri di dislivello. Sotto le ruote dei corridori si stenderà un vero e proprio inferno d’asfalto, una serie interminabile di tornanti, un muro capace di far rabbrividire al solo pensiero. Superato il centro abitato di Mazzo di Valtellina una breve rampa porterà il gruppo ad un bivio dove con una svolta a sinistra comincerà il Mortirolo, il cui percorso si può dividere in tre settori distinti con la parte centrale che è senza dubbio la più impegnativa.
Nei primi 3 km la pendenza sarà costantemente intorno al 10%, una partenza durissima se confrontata ad una salita normale, ma ancora relativamente pedalabile considerato ciò che attenderà il gruppo. Superata la Chiesetta di San Matteo si aprirà davanti agli occhi dei corridori un autentico muro: un primo tratto con pendenze che sfiorano il 20% e un secondo tratto di 400 metri al 18%, senza dubbio la parte più impegnativa dell’intera salita collocata ancora prima della metà. Poco più avanti la strada spiana per un momento consentendo giusto un attimo di respiro: l’illusione durerà pochissimo perché le pendenze proseguiranno sempre al di sopra del 10% sino agli ultimi 3 km. Nel tratto conclusivo le fatiche non saranno comunque finite per un paio di strappi al 15% spezzeranno definitivamente le gambe e la testa dei corridori che avranno soltanto un brevissimo tratto meno impegnativo nell’ultimo chilometro prima di riprendere fiato e lanciarsi a tutta velocità in una discesa molto tecnica.
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roberto.pozzi@oasport.it
Foto: FCG / Shutterstock.com