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Ciclismo
Giro d’Italia 2019, il percorso e le tappe della terza settimana. Mortirolo, Manghen e Croce d’Aune: l’ora della verità!
La seconda settimana del Giro d’Italia 2019 ha regalato le prime schermaglie tra gli uomini di classifica. Richard Carapaz (Movistar) ha dimostrato di essere il più in forma in salita, ma Primoz Roglic (Jumbo-Visma) resta il grande favorito considerata la cronometro finale di Verona. Le speranze dei tifosi italiani sono riposte naturalmente in Vincenzo Nibali (Bahrain Merida), obbligato ad attaccare sul terreno prediletto della terza settimana per provare a ribaltare la classifica. Le occasioni per fare la differenza non mancheranno e lo spettacolo sarà entusiasmante.
PERCORSO GIRO D’ITALIA 2019 (terza settimana)
Sedicesima tappa (martedì 28 maggio): LOVERE-PONTE DI LEGNO, 194 km *****
Doveva essere la Tappa Regina del Giro d’Italia 2019 e invece l’assenza del Passo Gavia rimescola le carte: da 5700 a 4800 metri di dislivello, da 226 a 194 chilometri, la frazione resta comunque impegnativa ma lo spazio per provare a fare la differenza sarà sicuramente minore. La partenza non ha subito alcuna modifica, con il Passo della Presolana (4.0 km al 7.1%) e la Croce di Salven (9.1 km al 3.9%, con pendenze decisamente pedalabili) a rappresentare le prime due insidie. L’organizzazione ha quindi collocato due salite di terza categoria: l’inedito Cevo (10.6 km al 5.9% di pendenza media) e l’Aprica, affrontata dal versante di Edolo. Difficile immaginare che qualcuno degli uomini di classifica si prenda il rischio di anticipare un attacco, specialmente in vista del Mortirolo (11.9 km al 10.9%), una delle salite più dure d’Europa, sul quale si deciderà sicuramente l’esito della corsa. La caratteristica principale di questa temutissima ascesa è la mancanza di un tratto dove tirare il fiato, con la pendenza che si mantiene costantemente in doppia cifra specialmente nella parte centrale. Dallo scollinamento al traguardo mancheranno ancora 28 km, dei quali gli ultimi 15 km in leggera salita (tra il 3% ed il 4%).
Diciassettesima tappa (mercoledì 29 maggio): COMMEZZADURA-ANTERSELVA, 181 km ***
Dopo una giornata impegnativa, ancora montagna per gli uomini di classifica che potrebbero però respirare e lasciare spazio alla fuga. Il Passo della Mendola in avvio sembra il trampolino di lancio perfetto per un attacco da lontano di coloro che vorranno provare a vincere la tappa, mentre nella seconda parte le salite di Elvas e Terento non presentano pendenze tali da immaginare battaglia per la classifica generale. Discorso differente per l’ascesa finale verso Anterselva, tempio del biathlon italiano, che presenterà un tratto di 4.0 km al 8.2% prima degli ultimi 1500 metri meno impegnativi. Difficile immaginare distacchi elevati, anche se qualche corridore attardato potrebbe provare a recuperare.
Diciottesima tappa (giovedì 30 maggio): VALDAORA-SANTA MARIA DI SALA, 222 km *
L’ultima vera opportunità per quei velocisti che saranno riusciti a superare le tappe di montagna. Dopo la partenza in discesa, il gruppo affronterà la salita di quarta categoria di Pieve di Alpago, unico GPM della giornata, per poi proseguire con un tratto pianeggiante sino al traguardo. L’ipotesi alternativa alla volata è quella di una fuga, considerando anche la fatica delle squadre. Sicuramente un’occasione per rifiatare a disposizione degli uomini di classifica.
Diciannovesima tappa (venerdì 31 maggio): TREVISO-SAN MARTINO DI CASTROZZA, 151 km ***
Frazione nuovamente insidiosa quella che aprirà il trittico conclusivo del Giro d’Italia 2019. Percorso decisamente movimentato, con il Passo di San Boldo a rappresentare la prima e unica vera salita della prima parte. Attenzione però a non sottovalutare il finale, soprattutto alla luce delle poche energie ormai rimaste nelle gambe dei corridori: dopo il Lamon, il gruppo attaccherà la salita conclusiva, pedalabile ma piuttosto lunga (13.6 km al 5.6%), dove teoricamente non dovrebbe esserci la possibilità di attaccare. Le sorprese però saranno dietro l’angolo e la concentrazione dovrà essere altissima.
Ventesima tappa (sabato 1 giugno): FELTRE-CROCE D’AUNE, 194 km *****
L’ultima occasione per gli scalatori e l’ultima tappa di montagna della corsa. Il gruppo dovrà affrontare cinque salite lunghe e decisamente impegnative e gli uomini di classifica saranno costretti a raccogliere le ultime energie rimaste per provare a fare la differenza. Dopo la Cima Campo (18.7 km 5.9%), sarà la volta del Passo Manghen (18.9 km al 7.6%, nuova Cima Coppi), una delle ascese più temibili delle tre settimane in particolare per il tratto finale di 6 km con una pendenza media del 10% che potrebbe far esplodere la situazione molto presto. Dallo scollinamento mancheranno ancora 116 km: tratto in falsopiano sino all’attacco del Passo Rolle (20.6 km al 4.7%), quindi lunga discesa fino al dittico finale, composto dal Croce d’Aune (11.0 km con un tratto conclusivo di 4 km al 8.3%) e dall’arrivo in salita sul Monte Avena (6.9 km al 7.3%). Le pendenze apparentemente non così impegnative devono essere considerate alla luce delle tre settimane di corsa e qualsiasi momento sarà perfetto per sferrare l’attacco che potrebbe decidere il Giro d’Italia 2019.
Ventunesima tappa (domenica 2 giugno): VERONA-VERONA, 17 km (cronometro) ***
Tutt’altro che una passerella finale nell’ultima giornata per gli uomini di classifica. La cronometro individuale di Verona potrebbe ancora ricoprire un ruolo determinante nel caso in cui tra le posizioni di testa non ci fossero distacchi particolarmente elevati. Il tracciato si presenta sicuramente adatto agli specialisti, ma la salita di Torricelle (4.5 km al 4.6% di pendenza media) collocata nella parte centrale dovrebbe permette anche agli scalatori di limitare i danni. Considerata la fatica accumulata nei giorni precedenti, non è neppure così scontato che gli specialisti riescano a fare la differenza.
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roberto.pozzi@oasport.it
Foto: Matteo Fes / Shutterstock.com