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Giro d’Italia 2019, il responso su Davide Formolo: un corridore più adatto alle corse di un giorno

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Siamo giunti alle battute finali di questo Giro d’Italia 2019, con gli ultimi appuntamenti dolomitici e la cronometro conclusiva di Verona. Mentre l’Italia confida nel vedere Vincenzo Nibali in Maglia Rosa, c’è un altro italiano nella top ten, ossia Davide Formolo, l’ormai capitano designato della Bora-Hansgrohe andato nuovamente all’attacco nella frazione odierna in cui ha chiuso terzo. Ha cercato di recuperare più posizioni possibili, ma alla fine è passato dal dodicesimo al decimo posto della generale, quando oramai sembra essere quasi impossibile fare qualcosa di più.

Dopo il lungo avvicinamento alla Cosa Rosa con diversi ritiri in altura, la vittoria ritrovata dopo tanto tempo alla Vuelta Catalunya e un secondo posto alla Liegi-Bastogne-Liegi che ha fatto sognare, il pedale tricolore era in attesa del definitivo salto di qualità da parte di Formolo. In passato “Roccia”, perché è questo il suo soprannome, aveva già centrato tre top ten nelle grandi corse a tappe, con due decimi posti al Giro del 2017 e del 2018, e la nona piazza alla Vuelta España del 2016; e a quasi 27 anni ci si aspettava la sua esplosione, che però non è avvenuta.

O meglio, finora questo Giro d’Italia è stato un continuo sali e scendi in cui quando Davide poteva fare la differenza, si perdeva sul più bello. A partire dalle fughe, come quella de L’Aquila dove è sì riuscito a recuperare otto posizioni, ma si è mangiato una vittoria che era decisamente alla sua portata. La stessa cosa è successa quest’oggi ad Anterselva, dove sul più bello si è lasciato scappare Nans Peters. Eppure aveva già capito in terra abruzzese che poteva essere un personaggio scomodo nelle fughe e quindi uno dei primissimi uomini da temere, e non ha sfruttato la paura altrui. Mentre quando la strada iniziava a salire ed entravano in scena i big, Davide non è mai riuscito a tenere il passo degli altri, che così hanno avuto la possibilità di avvantaggiarsi.

Insomma, a Davide manca quel pizzico di coraggio in più, non riesce a sfruttare al meglio il suo spunto veloce, continuando ad accontentarsi nei grandi giri. A questo punto, forse, sarebbe meglio concentrarsi sulle corse di un giorno, come ha già ben dimostrato alla Liegi-Bastogne-Liegi. Formolo continua a pagare le tre settimane di una corsa a tappe in cui incontra costantemente una giornata nera. Quindi l’unica soluzione sta nel concentrarsi su un breve obiettivo alla volta, puntare tutto in sole 24 ore, e far esperienza di quello che ha ottenuto ad aprile. È una possibilità per fare il salto definitivo, iniziando a cambiare completamente la preparazione, per poi cercare di ottenere qualcosa in più, soprattutto adesso che si trova nel pieno della carriera.

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@lisa_guadagnini

Foto: Pier Colombo

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