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Ciclismo
Giro d’Italia 2019, l’incognita Mikel Landa. Lo spagnolo scalpita: farà la sua corsa o aiuterà Carapaz?
La diciannovesima tappa del Giro d’Italia 2019 ha regalato soltanto qualche schermaglia tra gli uomini di classifica e come prevedibile non ha modificato nulla nei distacchi tra coloro che possono ancora ambire al successo finale. La salita verso San Martino di Castrozza è stata affrontata ad un ritmo altissimo da parte del gruppo principale e soltanto Miguel Angel Lopez (Astana) è riuscito ad evadere guadagnando terreno e avvicinando il quinto posto nella generale, unico obiettivo che sembra essere ancora raggiungibile per lo scalatore colombiano. Primoz Roglic (Jumbo-Visma) ha tentato un allungo quasi in prossimità del traguardo, ma sia Vincenzo Nibali (Bahrain Merida) sia Richard Carapaz (Movistar) hanno risposto senza alcuna difficoltà. L’ultima occasione per provare a ribaltare la situazione e sfilare la Maglia Rosa al corridore ecuadoregno sarà quindi la frazione di domani, con le Dolomiti chiamate ad esprimere il verdetto definitivo. Ruolo sicuramente centrale sarà quello che rivestirà lo spagnolo Mikel Landa (Movistar), in teoria gregario a completa disposizione del proprio capitano, ma forse desideroso di cercare la gloria personale e apparso in grande condizione in questa terza settimana.
Nella ventesima tappa il gruppo dovrà affrontare oltre 5000 metri di dislivello con partenza da Feltre ed arrivo a Croce d’Aune/Monte Avena (194 km). La corsa potrebbe esplodere in qualsiasi momento e gli scenari tattici che le formazioni dovranno preparare saranno molteplici. Sulla Cima Campo, prima salita di giornata, praticamente impossibile immaginare un attacco dei protagonisti: le squadre degli uomini di classifica cercheranno di inserire gregari nella fuga per disporre di preziosi punti d’appoggio nel proseguimento della frazione. Il discorso potrebbe cambiare però sul Passo Manghen, senza dubbio la salita più dura in programma, dalla cui sommità mancheranno comunque 116 km all’arrivo. La strategia della Movistar sarà quasi sicuramente difensiva: Carapaz non avrà nessun interesse ad attaccare, mentre è difficile pensare che un dirigente dell’esperienza di Unzué conceda a Landa la libertà di fare la propria corsa. Nel caso in cui Nibali e Roglic dovessero tentare un’azione, il basco potrebbe essere autorizzato a prenderne le ruote, soprattutto se l’ecuadoregno avesse a disposizione il supporto di qualche altro compagno di squadra. Se Carapaz si ritrovasse invece isolato, il compito dello spagnolo sarà invece quello di scortare il proprio capitano, come avvenuto anche nella tappa di oggi.
La vera incognita riguarda però la volontà da parte di Landa di seguire gli ordini dell’ammiraglia. Lo spagnolo è sembrato avere qualcosa in più rispetto al compagno di squadra, specialmente sulla salita di Anterselva, e potrebbe non accontentarsi di un piazzamento ai piedi del podio. Se si considerano poi le continue dichiarazione da parte di Carapaz e dei dirigenti della Movistar volte a sottolineare la lealtà del basco, si comprende ancora meglio come il clima non sia così disteso tra le fila della formazione iberica. Non è un mistero che Landa cambierà squadra al termine della stagione e il carattere imprevedibile dello spagnolo potrebbe regalare qualche sorpresa. La tappa odierna ha in parte raffreddato questa ipotesi: il basco avrebbe potuto seguire l’attacco di Miguel Angel Lopez, ma ha preferito restare in compagnia del proprio capitano. La giornata di domani sarà comunque durissima e le tattiche potrebbero saltare in qualsiasi momento lasciando spazio all’estro dei corridori e regalando uno spettacolo unico. Al di là del rispetto dei ruoli, saranno soltanto le gambe a fare la differenza.
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roberto.pozzi@oasport.it
Foto: Pier Colombo