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Ciclismo

Giro d’Italia 2019: vince chi resta in piedi…

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Come da “tradizione”, sono le cadute le grandi protagoniste delle prime tappe del Giro d’Italia 2019: un copione che si ripete ormai costantemente ogni anno, con i distacchi in classifica creati più da singole contingenze che dal reale valore dei corridori. Vince chi resta in piedi, verrebbe da dire. E’ vero, le cadute fanno parte del gioco, ma al tempo spesso così ci rimette lo spettacolo…Perché un Tom Dumoulin fuori classifica già dopo la quarta frazione non fa bene ad alcuno…

La colpa non è addebitabile a nessuno: una distrazione ha portato Salvatore Puccio alla caduta, frantumando completamente il plotone principale. Vincenzo Nibali si trovava subito dietro al suo corregionale e si è salvato quasi per miracolo. Lo Squalo è stato costretto a frenare, perdendo inevitabilmente il treno dei migliori.

Correre nelle prime posizioni, in tappe apparentemente poco significative come quella odierna, costa un dispendio di energie maggiori, ma al tempo stesso consente di prevenire i guai. E’ (anche) così che si vincono i Grandi Giri, per questo lo sloveno Primoz Roglic non ha rubato nulla: la Maglia Rosa si è fatta trovare pronta al momento giusto, guadagnando un gruzzolo di secondi insperati sui rivali ed addirittura 4 minuti sul malcapitato Tom Dumoulin.

Viene da chiedersi perché le cadute siano ormai all’ordine del giorno e condizionino così tanto una corsa di tre settimane. In primis va segnalato che, nelle frazioni iniziali, i corridori sono ancora freschi e dunque diversi di loro sono in grado di mantenere andature altissime. Questo crea bagarre e nervosismo in gruppo, nel quale tutti lottano per affacciarsi davanti. Aggiungiamoci inoltre delle strade spesso tutt’altro che sicure, magari strette, anguste, senza dimenticare i danni che sovente provocano restringimenti e rotatorie.

Resta infine un dubbio: si fa davvero di tutto per tutelare la sicurezza dei ciclisti? Ci viene in mente la tappa di Bologna e la risposta non può che risultare negativa. Ricordate quanto erano vicini i tifosi ai corridori sulla salita del San Luca? Sarà anche spettacolare vedere gli atleti avanzare tra due ali di folla, ma al tempo stesso occorre essere consapevoli di come l’imprevisto sia sempre dietro l’angolo. “E’ bello vedere così tanti tifosi, ma erano molto vicini e un po’ mi sono preoccupato“, aveva spiegato Vincenzo Nibali, uno che sa cosa significhi buttare via un Tour de France per l’inettitudine degli spettatori.

federico.militello@oasport.it

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Foto: Lapresse

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