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Foto: Pier Colombo
Una giornata davvero complicata quella vissuta da Vincenzo Nibali nella quarta tappa del Giro d’Italia 2019. La caduta causata da Salvatore Puccio (Team INEOS) nel finale ha spezzato il gruppo facendo perdere allo Squalo e agli altri uomini di classifica 16” dallo sloveno Primoz Roglic (Jumbo-Visma). Soltanto una prodezza ha permesso al fuoriclasse siciliano di rimanere in piedi e di limitare il distacco, mentre l’olandese Tom Dumoulin (Sunweb) è finito rovinosamente a terra e potrebbe aver già terminato la propria corsa. Nell’intervista rilasciata alla Gazzetta dello Sport questa mattina il capitano della Bahrain Merida è tornato sull’accaduto ripercorrendone la dinamica e non risparmiando parole forti sull’incidente.
“Il mio Giro d’Italia poteva finire” dichiara apertamente un Nibali decisamente arrabbiato, “andate a chiedere a Puccio cos’è successo. Si guardava in giro…stavamo andando a 65 all’ora, forse anche di più. Sì è girato indietro, per vedere dove fossero i suoi giovani. Solo che ha sdraiato mezzo gruppo. Io ero dietro di lui, davvero vicino, e mi sono salvato. Non so neanche come“. Il vero motivo del ritardo della Squalo è stata però una seconda caduta, verificatasi poco più avanti: “Ero rientrato, ce l’avevo fatta. Ma c’è stata una seconda caduta e sono rimasto dietro. Non so che cosa sia successo a Dumoulin. Roglic è riuscito a rimanere davanti perché si trovava sulla destra, poco davanti a me. Io ho dovuto frenare davvero a fondo, non sapevo dove sarebbe andata la sua bici. Praticamente quasi me la ritrovavo addosso. Nel finale è stato tutto uno scansare birilli. Strade pericolose? Nel finale erano un po’ viscide“. La giornata di oggi dovrebbe essere più tranquilla, ma in questo Giro d’Italia 2019 le sorprese sono sempre dietro l’angolo.
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roberto.pozzi@oasport.it