Ciclismo
Mirco Maestri, l’eterno attaccante è pronto per il Giro: “Sarà bellissimo partire dalla mia terra. La condizione c’è, poi sarà la strada a parlare”
Mirco Maestri è senza ombra di dubbio tra gli italiani più combattivi di questi ultimi anni. Un ragazzo che non si arrende mai, alla continua ricerca dell’attacco buono, quello destinato ad arrivare fino alla fine, quello della gloria. Ventisettenne reggiano della Bardiani-CSF, il fuggitivo nato, alla sua quarta stagione da professionista, è reduce da una delle sue più grandi soddisfazioni ottenute in carriera, ossia la conquista della maglia della classifica a punti alla Tirreno-Adriatico. Un traguardo che lo ha stimolato ancora di più in vista dell’imminente Giro d’Italia 2019 che spera di vivere nuovamente da protagonista, soprattutto per onorare al meglio la sua terra che ospiterà ben cinque tappe della Corsa Rosa. Ma tutto questo si deciderà solamente da Bologna in poi. Mirco è fatto così, un giovane con la maturità dei più esperti del gruppo; un mix di scaramanzia e serenità che sembrano più che mai l’ideale per affrontare al meglio le tre settimane della Corsa Rosa. Sogna restando sempre e comunque con i piedi a terra, consapevole che l’ultima parola spetta sempre e comunque alla strada.
Tracciamo assieme un bilancio di questa prima parte di stagione.
“Sono abbastanza soddisfatto. Siamo partiti dalla Colombia e sapevamo che sarebbe stata dura, perché abbiamo corso in altura e di conseguenza bisognava abituarsi alla corsa; non è stato proprio facile, ma ne eravamo consapevoli. Siamo arrivati alla Tirreno-Adriatico con la condizione giusta, ed è stata una grande soddisfazione conquistare la maglia della classifica a punti. Un traguardo molto importante anche per la squadra, ottenuta andando in fuga; quindi sai, è stato un fattore aggiunto anche per gli sponsor, e questo ci fa piacere. Dopo c’è stata la Milano-Sanremo dove sono riuscito ad andare in fuga, e questo era il nostro obiettivo. È mancata all’Amstel Gold Race, però come dico io “non è sempre domenica”. Adesso ci sarà il Giro. Penso che la condizione sia buona, ma non voglio sbilanciarmi, perché alla fine la prova del nove sono le gare. Quindi quando comincerà capiremo se il lavoro fatto è stato quello giusto però mi sento bene”.
Insomma, la maglia della classifica a punti alla Tirreno ti ha dato un possibile slancio in ottica del Giro? L’obiettivo è quello di attaccare sempre e comunque?
“Questo è il mio obiettivo. Anche se il Giro è tutt’altra cosa perché, oltre alla lunghezza, quello che spendi un giorno non ce l’avrai in quello successivo; e poi si sa che in una corsa così due o tre giorni difficili ci sono sempre. Quindi devi anche valutare che non è una corsa violenta di una settimana, ma una gara che se ti ritrovi in una brutta situazione, poi è difficile andare avanti perché bisogna anche pensare che se vuoi conquistare qualcosa devi anche arrivare alla fine. Però l’obiettivo è quello di farsi vedere e perché no, provare a fare qualcosa di buono. Anche perché alla fine il nostro intento è quello di andare in fuga e sperare che quest’ultima arrivi fino alla fine. Puntare a delle classifiche come quella della maglia a punti diventa già più difficile perché i punteggi sono molto diversi, però non si sa mai”.
Hai già messo nel mirino qualche tappa?
“Se devo essere sincerò inizierò a guardare il Garibaldi quando me lo consegneranno in hotel alla vigilia del Giro, perché io sono fatto così: finché non siamo al Giro non voglio pensarci troppo. Però sicuramente la tappa di Carpi sarebbe quella buona. Andare in fuga lì, quando si passerà per Reggio Emilia, la mia terra, sarebbe bellissimo: è da centrare. Mi piacerebbe andare all’attacco, poi si vedrà”.
Da emiliano, sarai felice di questa grande partenza dalla tua terra.
“Ci sono tante tappe in Emilia in questa edizione del Giro d’Italia, toccheremo gran parte della mia regione. È una cosa molto bella, insomma, è un Giro in casa. Dalla partenza a Bologna, poi transiteremo in tante località che conosco, poi c’è anche Modena. Sono contento di questo”.
Che consiglio daresti ai debuttanti della Bardiani che disputeranno il Giro con te?
“Penso un po’ a quello che ho vissuto io, che ho avuto la fortuna di correre al fianco di Sonny Colbrelli che mi ha insegnato tanto. Sicuramente quello che vorrei dire agli altri giovani è di usare la testa e di non voler pensare alla classifica perché tante volte, quando si è debuttanti, la prima volta al Giro provi a tener duro per arrivare, invece che a dieci minuti di distacco, a cinque, ma alla fine non conta niente. Meglio avere un distacco in più per poi avere le gambe buone il giorno dopo che vai in fuga e questa può arrivare fino alla fine: un po’ com’è successo con Giulio Ciccone nella tappa che ha vinto tre anni fa. Quello che tutti noi vorremmo insegnare a loro, è di non preoccuparsi, di non guardare la classifica; anche nel ruolo di scalatori, che quindi potrebbero tenere di più; però cercheremo di fargli capire che quello che conta è la tappa, che è il nostro vero obiettivo. Dovremo avere energia fresca quando segneremo con la X la tappa giusta visto che comunque le possibilità sono poche”.
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@lisa_guadagnini
Foto: strenghtofframeITA / Shutterstock.com