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MotoGP, analisi prove libere GP Spagna 2019: Ducati e Honda iniziano con il piede giusto. Soffrono le Yamaha, soprattutto Rossi

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Si è chiusa la prima giornata di prove libere del Gran Premio di Spagna 2019 della MotoGP, con una gradita sorpresa, una conferma scontata e una decisamente meno attesa. Il miglior tempo di questo venerdì lo ha fissato Danilo Petrucci su Ducati, ma Andrea Dovizioso e Marc Marquez (Honda) sono davvero ad un soffio. E la Yamaha? Giornata agrodolce per la scuderia di Iwata in terra andalusa.

La gradita sorpresa che avevamo annunciato è rappresentata dalla Ducati. Il team di Borgo Panigale ha piazzato le due moto ufficiali nei migliori tre tempi di giornata con Danilo Petrucci che ha chiuso in 1:37.909 mettendo in mostra, specialmente nel turno del mattino, grande regolarità. Andrea Dovizioso ha risposto in 1:38.006 a soli 97 millesimi dal compagno, confermando come la GP19 sia pronta a fare bene anche a Jerez de la Frontera. La consapevolezza per la squadra bolognese è che Marc Marquez sia ancora il favorito, ma il gap non è affatto elevato, anzi. Nel computo generale di giornata sono un po’ mancate le moto del team Pramac, con Jack Miller che chiude decimo (con l’1:38.464 fatto registrare nel corso della mattinata) mentre Francesco “Pecco” Bagnaia è 13esimo in 1:38.593.

Se la Ducati sorride, la Honda gongola, e qui ci troviamo di fronte alla conferma scontata. Sono ben cinque, infatti, le moto giapponesi nelle prime nove posizioni della classifica combinata di questo venerdì. Marc Marquez, chiaramente intenzionato a rifarsi del ko di Austin, ha pensato solamente alle gomme dure, non provando a forzare con le soft e martellando su tempi davvero interessanti. Il campione del mondo ha completato i suoi turni con l’1:37.921 della FP1, mentre nella FP2 ha siglato un “normale” 1:38.147. Buone notizie nel team Repsol arrivano anche da Jorge Lorenzo. Il maiorchino, dopo le disavventure fisiche di inizio anno, sembra essere tornato in una buona condizione, e fa segnare un interessante 1:38.045 nel corso della mattinata spagnola. Non conferma il crono nel pomeriggio (1:38.445) ma il numero 99 sembra davvero poter dare il via alla sua stagione. La moto, come sempre, è impeccabile, e pensare ad una doppietta è tutt’altro che da sottovalutare. Ottimi riscontri anche dal team LCR Honda con Cal Crutchlow quinto in 1:38.104 a meno di due decimi dalla vetta, e con Takaaki Nakagami settimo in 1:38.134. Per spiegare quanto voli la Honda in questo momento, si può notare la nona posizione di Stefan Bradl, wild card della casa giapponese, in 1:39.373 a 465 millesimi.

Chi potrà fermare questo dominio di Ducati e Honda? Se dovessimo fare affidamento a quanto visto oggi, potremmo escludere sin da ora la Yamaha. La scuderia di Iwata, almeno per il momento, ha approcciato davvero con difficoltà la pista iberica. Come si temeva, quindi, le attese sono state amaramente confermate. La M1 nelle ultime edizioni ha sempre sofferto il caldo e l’asfalto di Jerez e, tra FP1 e FP2, il morale non punta al sereno. Se, tuttavia, da un lato vediamo Maverick Vinales a 203 millesimi da Petrucci in 1:38.112, dall’altra troviamo un Valentino Rossi letteralmente in affanno. Dopo il 18esimo tempo della FP1 in 1:39.380, il “Dottore” ha piazzato un misero 14esimo crono nella FP2 in 1:38.681, addirittura alle spalle di Andrea Iannone. Il nove volte campione del mondo (che ha chiuso a 772 millesimi) non ha mai trovato il bandolo della matassa nel venerdì di Jerez, soffrendo a livello di gomme e, soprattutto, di assetto, con una M1 mai nelle sue mani. Sul fronte del team Yamaha Petronas, infine, ancora un buon ottavo tempo per Fabio Quartararo in 1:38.209 a tre decimi dalla vetta, mentre Franco Morbidelli ha completato i lavori in 11esima posizione in 1:38.478 a poco meno di sei decimi. A parte Rossi la situazione non si potrebbe certe definire “drammatica”, ma la pista andalusa sembra davvero uno spauracchio per la moto nipponica.

E la Suzuki? Dopo lo splendido exploit di Austin, deciso passo indietro per la moto tinta di azzurro. Alex Rins, vittorioso in Texas, non è andato oltre la 12esima posizione complessiva in 1:38.534 (senza migliorare nel pomeriggio) a 625 millesimi, mentre Joan Mir è addirittura 18esimo a 880. La Suzuki, come visto al COTA, si esprime nel migliore dei modi nel corso della gara, per cui niente è perduto, ma come nel caso della Yamaha, la FP3 sarà decisiva per ricucire il gap e, soprattutto, classificarsi nella top ten per evitare la Q1. Tutto è già scritto per il Gran Premio di Spagna 2019 di MotoGP? Honda e Ducati vogliono fare il vuoto, ma Yamaha e Suzuki non vogliono mollare. La giornata di domani sarà quanto mai importante in vista delle qualifiche.

 

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alessandro.passanti@oasport.it

Twitter: @AlePasso

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Foto: LaPresse

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