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Formula 1

MotoGP e F1, tante analogie ed i medesimi verdetti già scritti. Quando lo spettacolo diventa un optional

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MotoGP e Formula Uno, così diverse e così simili. Così lontane ma così vicine. Non siamo nemmeno a metà maggio e i due Mondiali sembrano già avere un padrone incontrastato: da una parte Marc Marquez che ha vinto tre gare su cinque infliggendo distacchi imbarazzanti agli immediati inseguitori (e avrebbe comodamente vinto anche negli USA se non fosse caduto), dall’altra la Mercedes che ha infilato cinque doppiette consecutive in altrettanti appuntamenti (impresa mai riuscita nella storia in avvio di campionato). I dominatori della stagione sono in grado di ammazzare la competizione da un momento all’altro, sono semplicemente più forti dell’intera concorrenza e lasciano soltanto le briciole ai rivali: lo spagnolo conquista le pole position, scappa via in apertura di gara, non si rende attaccabile e festeggia con facilità imbarazzante; le Frecce d’Argento giganteggiano tartassando la malcapitata Ferrari che non è in grado di contrastare l’eterno competitor (era successo solo in Bahrain ma poi un problema d’affidabilità ha tradito Charles Leclerc).

Le analogie sono molteplici, i verdetti sembrano già essere scritti con largo anticipo: semplicemente non sembra esserci competizione, molto spesso si conosce il nome del vincitore già in partenza e mancano imprevedibilità, battaglie, duelli e spettacolo. Lo sport deve essere anche entertainment ma il 2019 sembra essere proprio avaro in questi termini per quanto riguarda MotoGP e F1: quantomeno il campionato delle due ruote è ancora aperto grazie alla caduta di Marquez ad Austin, Andrea Dovizioso è lontano soltanto 8 punti e può cercare di lottare con le unghie e con i denti contro un titano; la rassegna iridata delle quattro ruote è ormai un affare interno alla Mercedes con Lewis Hamilton e Valtteri Bottas che duelleranno nei prossimi appuntamenti per il primato mentre la Ferrari sarà probabilmente destinata a lottare nelle retrovie con Sebastian Vettel e Charles Leclerc, salvo cambi di rotta che al momento sembrano molto improbabili. Lo spettacolo è ormai diventato un optional e questo non fa certamente bene al motorsport che rischia di perdere la passione di tanti spettatori, spesso certi del risultato di una gara senza seguirla.

 

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