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MotoGP, GP Francia 2019: Valentino Rossi e il rebus Yamana. La pista di Le Mans può sorridere

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Che Yamaha vedremo a Le Mans? Questa domanda non ce la poniamo solo noi ma, soprattutto, Valentino Rossi. Sarà una moto efficace come in Argentina e Stati Uniti, oppure difficile da gestire come a Jerez de la Frontera? Dopo un primo scorcio di campionato con risultati decisamente positivi, lo stop spagnolo non ha certo fatto sorridere il pilota di Tavullia.

Nella tappa iberica, infatti, la M1 non ha mai risposto nella giusta maniera al nove volte campione del mondo. In ritardo nelle prove libere, senza la giusta zampata in qualifica, e competitiva solamente nella seconda parte in gara. Un vero e proprio quiz che non ha avuto soluzione.

Sarà così anche a Le Mans? Storicamente a Yamaha e “Dottore” la pista della Sarthe è sempre andata a genio ed è decisamente più idonea rispetto a Jerez, sia a livello di layout sia a livello di temperature. Quando il caldo la fa da padrone, spesso, la M1 arranca. Quando è più fresco il clima, invece, la moto di Iwata riesce ad esprimersi in maniera migliore.

Per il numero 46, quindi, si presenta una chance importante nel prossimo fine settimana. I ricordi della vittoria svanita solamente nel finale due anni fa (nel corpo a corpo con Maverick Vinales, con Valentino Rossi che finisce nella ghiaia a poche curve dall’arrivo) è il punto di partenza per intraprendere il giusto weekend in questa occasione.

Citare i tre giorni complessivi non è un caso, dato che il pesarese ha spesso lamentato di non essere ancora riuscito a completare un fine settimana lineare e senza intoppi. La Yamaha, talvolta, necessita di diverso tempo per essere ben inquadrata e settata a dovere. Vista la situazione di classifica il “Dottore” non può attendere ulteriormente e deve tornare al successo, che ormai manca da due anni. L’ultimo trionfo porta la data del 25 giugno 2017 ad Assen, 689 giorni fa. La chance ideale potrebbe essere proprio Le Mans. M1 permettendo…

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alessandro.passanti@oasport.it

Twitter: @AlePasso

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Foto: Valerio Origo

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