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Nuoto, Filippo Magnini dopo la squalifica: “Lotterò fino all’ultimo, strano che Federica Pellegrini non sia stata ascoltata”

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Dopo la conferma della squalifica di 4 anni in appello dal Tribunale Nazionale Antidoping per assunzione o tentata assunzione di sostanze dopanti, l’ex nuotatore azzurro Filippo Magnini ieri ha convocato una conferenza stampa ed ha espresso i suoi pensieri a riguardo di una vicenda che, a suo dire, non ha basi solide e si poggia su nulla di concreto.

Il due volte campione del mondo dei 100 stile libero, infatti, ha espresso infatti grande determinazione nel proseguire fino in fondo la propria battaglia legale: “Lotterò fino all’ultimo, sto prendendo informazioni sul Tas e su come funziona. Non voglio abbandonare la lotta per far sì che la verità venga fuori. Pesano su questa mia decisione l’ulteriore e ingente sforzo economico che dovrei sostenere e una incertezza latente su vicenda che ha tanti lati oscuri. Ancora una volta muoio dentro nel pensare che il mio onore sportivo potrebbe rimanere per qualcuno macchiato e mi dispiace non poter nel caso pensare di tornare a gareggiare un’ultima volta per il mio paese, idea che ammetto in questi due anni di aver accarezzato“, le parole dell’ex atleta nostrano.

Magnini poi ha spostato l’attenzione su Federica Pellegrini, chiedendosi come mai non sia stata mai ascoltata (secondo quello che lui sa) nel corso di questo procedimento: “Mi fa strano che non abbia a sua volta rilasciato una dichiarazione o una qualche parola su tutta questa vicenda, ma ognuno fa le sue scelte e ognuno decide cosa è meglio fare. Il punto di domanda più grosso è come mai un procuratore che dovrebbe cercare di avere una posizione più chiara su tutta la vicenda non senta la persona che in quegli anni in quel momento era la mia compagna, con la quale convivevo. Avevamo un rapporto professionale con la stessa squadra, anche lei era seguita dal dottor Porcellini. Sono sicuro che la sua verità avrebbe confermato il fatto che il dottor Porcellini non ha mai proposto o dato integratori illeciti agli atleti, poi io non posso sapere se invece in via privata sia stata sentita dal procuratore“, l’affondo di Filo, rimasto anche deluso dal silenzio del presidente del Coni Giovanni Malagò: “A me dispiace il fatto di aver visto che in altre occasioni anche in casi di doping chiaro almeno una frasetta è stata detta, quello sì. In un caso come il mio in cui non c’è un caso di doping…“, ha chiosato l’azzurro.

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Foto: LaPresse

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