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Tiro a segno, Coppa del Mondo Monaco 2019, Marco Suppini: “La gara più bella e sudata della mia vita”

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ESCLUSIVA – Un nuovo pass olimpico verso Tokyo 2020 è realtà per l’Italia del tiro a segno.

Il merito è di Marco Suppini, shooter bolognese di carabina, che oggi nella gara ad aria compressa – dalla distanza dei 10m – è riuscito a cogliere il sesto posto (163,7 punti nella gara vinta dall’atleta della Repubblica Ceca Filip Nepejchal a quota 250,8), buono per ottenere la carta a Cinque Cerchi: “Vi posso dire che è stata la gara più bella e sudata della mia vita afferma direttamente ad OASport – non c’è mai stato un momento di tregua, sino all’ultimo colpo. 
Fra la qualifica e l’inizio della finale ho dovuto gestire un intervallo di tempo non facile, anche perchè i tiratori in gara erano tantissimi, ma con il punteggio accumulato (631,3) nella mia sessione ero abbastanza tranquillo di poter accedere alla finale; a differenza di ieri quando invece sono rimasto fuori dalla gara di 3 posizioni per un solo punto, come altri sette atleti”.

Il coronamento di un periodo dove lo stesso azzurro, classe 1998, era andato più volte vicino all’obiettivo incappando però in episodi sfortunati: “Tutti pensavamo fosse la volta buona – dice – anche se in realtà non ho pensato a quello che mi era successo. Infondo ho solo ventuno anni: non sarei stato nè il primo nè l’ultimo che a quest’età non arriva a questo traguardo. In generale, da gennaio ho fatto quattro finali di aria compressa e una di 3 posizioni a livello internazionale capendo che queste erano conferme del mio percorso di crescita; poi che arrivasse o meno la carta poteva non dipendere da me e non sarebbe stato solo quello a offrire elementi di valutazione sulla mia strada. Oggi, aldilà del mio spirito solitamente molto autocritico, mi sento di farmi i complimenti: ho fatto una gran gara. La carta andava presa a tutti i costi, in tutti i modi e sono contento di aver trovato l’approccio giusto per arrivarci, paradossalmente non pensandoci troppo, anche quando l’obiettivo era stato raggiunto”.

Poi una riflessione sul momento attuale del tiro: “I punteggi delle gare si stanno alzano perchè molte variabili e fattori si stanno evolvendo. Se guardo indietro ai Mondiali di Granada 2014 e Changwon 2018, vissuti da junior, vedo che quello fatto in passato adesso non basta più. Ma è una cosa normale, anche noi in squadra stiamo migliorando trainandoci l’un con l’altro e aumentando i nostri record. Fra di noi non mancano gli stimoli, anche se ovviamente il confronto principale dev’essere fatto comunque con i tiratori delle altre nazioni”.

Raggiunta la carta, cosa dobbiamo aspettarci da Marco Suppini nell’immediato futuro: “Sono tre anni che non faccio ferie, quindi magari un piccolo periodo di riposo me lo vorrei prendere, prima di tornare a concentrarmi sull’obiettivo 2020. E’ ovvio che questo raggiungimento cambierà un po’ i miei programmi”.

Le Olimpiadi sono nella testa, ma non si danno per scontate: “La carta non è nominale, questo comporta che se non fossi in forma in quel momento sarei io stesso ad accettare di vedere un altro compagno al mio posto. Se dovessi andare io invece ne sarei ovviamente contento vivendo questo come un’esperienza di vita, ma non solo: se si va alle Olimpiadi non si va per far rappresentanza. Al momento comunque ci sono tante incognite e mancano diversi mesi, ma l’idea è quella di arrivare pronti per andare a Tokyo cercando di battagliare per finali e medaglie, non per vedere solo il Giappone”.

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Foto: ISSF

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