Pallavolo
Volley, Champions League 2019. La settimana perfetta di Civitanova, la squadra che non sapeva vincere le finali
Chi non sapeva vincere le finali? La Lube Civitanova si trasforma in quattro giorni dal brutto anatroccolo delle finali al cigno, bellissimo ma soprattutto invincibile. Sette finali perse di fila potrebbero uccidere un pachiderma ma non la Lube Civitanova che si è presa la soddisfazione prima di rimontare due set in gara-5 contro Perugia a casa sua e di interrompere la serie di Champions League vinte da Kazan, surclassando i russi (quattro successi consecutivi alle spalle) nella finale del massimo torneo continentale per club.
Sembrano lontanissimi i tempi del Mondiale per Club, con la sconfitta sanguinolenta contro Trento o dell’addio di Medei. Forse lì è arrivata la svolta: la squadra aveva scelto di cambiare condottiero, lanciando chiari segnali in merito e l’arrivo di un tecnico scafato e capace come pochi altri di creare le condizioni giuste anche in situazioni non semplici: Fefè De Giorgi, ha cambiato radicalmente la stagione della Lube. La squadra ha iniziato a vincere e l’ex alzatore ha lavorato duramente assieme al suo staff per fare arrivare la sua squadra al massimo della condizione nella fase decisiva della stagione e questo obiettivo è stato centrato, visto che sia ieri che in gara-5 di finale dei play-off tutta la squadra è apparsa in condizioni psico-fisiche ottimali.
Nella finale di Champions, Kazan (che in questa stagione è rimasta a secco di grandi trofei) ha sparato subito tutte le sue cartucce, mettendo in difficoltà Civitanova con il muro (quattro punti sui primi cinque) e mandando fuori fase sia Bruno in regia che i vari attaccanti nel primo set ma Civitanova, come a Perugia martedì scorso, non si è fatta intimorire dall’avversario. Si è presa un set di tempo per entrare in partita e poi ha allestito uno dei più incredibili show della storia del volley recente, impartendo ai russi, non a una formazione qualsiasi, ai campioni in carica da quattro anni a questa parte, un’autentica lezione di pallavolo.
Tutto parte dal livello di battuta della squadra di De Giorgi che ha rischiato consapevolmente dai nove metri, raccogliendo più di quello che ci si potesse aspettare e rendendo difficilissima la vita a Butko, costretto a muoversi per il campo e a cercare traiettorie piuttosto scontate che hanno reso la vita facile al muro di Civitanova che, con l’innesto di Stankovic, è stato ancora più efficace rispetto alla finale scudetto. Il secondo set, vinto così facilmente dai marchigiani, ha cambiato gli equilibri del match e da lì in poi, tranne l’ultimo filotto di punti ottenuti al servizio da Ngapeth, la partita non ha avuto storia: troppo forte Civitanova e troppo alto il ritmo della Lube per un Kazan irriconoscibile, anche solo facendo un paragone con la squadra che ha affrontato e battuto Perugia un mese fa nella doppia semifinale. Mettere la museruola a giocatori del calibro di Mikhaylov, Anderson e dello stesso Ngapeth, a un certo punto totalmente incapaci di trovare soluzioni efficaci contro muro e difesa di Civitanova, è stato il vero capolavoro della squadra di De Giorgi dove tutto, ma proprio tutto, per tre set e per 75 minuti di partita, ha funzionato alla perfezione.
La macchina perfetta, a questo punto, con l’addio certo di Sokolov, altro grande protagonista di serata, dovrà cambiare qualche ingranaggio ma Beppe Cormio è già al lavoro per rendere ancora più forte la sua squadra e Civitanova ora è un esempio per tutti colori che sono definiti “perdenti”: per due anni ha girato l’Europa ed il mondo disputando finali e non riuscendo a vincere ma in quattro giorni ha messo in fila tutti in Italia ed in Europa: il brutto anatroccolo delle finali si è trasformato in cigno e ora tutto il mondo del volley applaude ed ammira questa magnifica metamorfosi.
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Foto Roberto Bartomeoli live photosport
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